Aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook la bufala di una violenza sessuale che alcuni profughi avevano tentato nel campo sportivo di un paese della Carnia contro alcune ragazze. E avrebbe anche aggiunto che le vittime non sarebbero state credute dai Carabinieri a cui si erano rivolte.
Il motivo? Depistare gli utenti con una notizia falsa in modo da rendere non credibili anche le vere notizie sui veri stupri commessi dai profughi. Non è il primo caso di questo tipo: moneta cattiva scaccia moneta buona.
Il ragazzo di 22 anni della zona è stato denunciato in stato di libertà dai Carabinieri di Villa Santina (Udine) per le ipotesi di reato di oltraggio al corpo giudiziario dell’Arma dei Carabinieri e procurato allarme. Sono state le indagini avviate dai militari dopo la pubblicazione del post a consentire di accertare la totale falsità della notizia e a far finire nei guai il giovane.
Purtroppo non conosciamo il nome del depistatore, ma qualcosa ci dice che potrebbe essere legato a quei siti che si occupano di bufale. Le spargono e poi le smentiscono per fare un favore al governo. Perché gridare al lupo impedisce poi alle vittime di capire quando il lupo arriva davvero.