Renzi invia finti profughi africani alle Terme di Abano

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Ad ufficializzare l’arrivo dei fancazzisti africani in fuga dalla guerra in Siria alle terme è stato in mattinata il commissario straordinario del Comune di Abano Pasquale Aversa: “E’ vero”, ha detto. “Il sito della Caserma del Primo Roc di Giarre è stato scelto dal Prefetto come centro di accoglienza straordinaria in base ad un’offerta pervenuta dall’Agenzia del Demanio.
“Il progetto è in fase di studio”, ha aggiunto il commissario straordinario del comune di Abano. “Poi seguiranno i lavori, a spese del Ministero dell’Interno, e il bando per la gestione della struttura. Non sarà occupata tutta l’area, ma solo una parte. Arriveranno alcune centinaia di migranti”.

I finti profughi potrebbero arrivare presumibilmente ad Abano tra fine ottobre e i primi di novembre.

Pasquale Aversa ha voluto chiarire, nell’incontro avuto in mattinata con la stampa e alcuni cittadini, la sua posizione. “Al Prefetto io avevo detto no ai profughi ad Abano. Avevo portato anche uno stampato dei dati sulle presenze turistiche. Sono un lavoratore dipendente, non comando io e probabilmente nemmeno il Prefetto Patrizia Impresa”.

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In realtà la vicenda di Abano è particolarmente grave. Il governo ha rimosso il sindaco precedente – contrario alla presenza di fancazzisti – e lo ha sostituito con un commissario prefettizio. Tolto il fastidioso ostacolo, mandano i profughi. E’ a democrazia secondo il farabutto politico che sta al governo.

Sarebbero almeno duecento i richiedenti asilo che la prefettura di Padova intende ospitare nell’ex base nato di Giarre che si trova nel Comune di Abano, commissariato dopo la bufera – a questo punto si sospetta creato ad arte – delle tangenti. Una notizia che spacca la calma settembrina di questo paradiso termale dove i turisti sono abituati al lusso e alla pace di questi luoghi. Albergatori, commercianti, residenti sono sul piede di guerra. Albergatori pronti dunque anche allo sciopero fiscale come forma di protesta contro l’arrivo dei profughi E il presidente Zaia parla di scelta non casuale ma premeditata contro il Veneto che va a colpire al cuore il settore turistico non solo termale ma regionale. E intanto chi vive e lavora ad Abano si ribella: girando per le strade e i negozi del centro è un coro di No quello che si raccoglie. Sono pronti a tutto gli aponensi pur di difendere quell’economia termale che dà loro da mangiare.