Primo concorso di bellezza giudicato da Computer: vincono tutti bianchi

Vox
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I computer non conoscono il politicamente corretto, i loro giudizi sono dettati da asettici algoritmi. Così, quando chiedi ad un programma informatico di giudicare la bellezza, non puoi aspettarti che menta e agisca per soddisfare le fregole del totalitarismo del ‘siamo tutti uguali’. Che poi è un ossimoro per un concorso di bellezza.

Capita quindi che il primo concorso di bellezza internazionale giudicato da “macchine” abbia usato fattori oggettivi, come la simmetria del viso, per identificare dei concorrenti più attraenti e non, come accade ormai da anni, la razza della concorrente.

Sia chiaro, la bellezza è un po’ più complessa della simmetria, e il giudizio di un software non è perfetto. Ma è sicuramente più perfetto di quello di una giuria politicamente motivata.

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Beauty.AI , lanciato quest’anno, ha visto circa 6.000 persone provenienti da oltre 100 paesi presentare e l’intelligenza artificiale, sostenuta da complessi algoritmi, ha deciso quali delle loro facce erano le più belle.
Ovviamente, l’intelligenza artificiale non ha gradito i tratti delle persone con la pelle nera: scandalo, software ‘rassista’ da rieducare.

Su 44 vincitori, infatti quasi tutti sono bianchi, una manciata è asiatico, e solo uno aveva la pelle scura. Questo è nonostante il fatto che, sebbene la maggior parte dei concorrenti erano bianchi, molte persone di colore hanno presentato le foto, tra cui moltissimi da India e Africa. Non proprio continenti famosi per definire la bellezza tipo.

I computer hanno un problema, non sanno mentire. E’ una mancanza di ‘intelligenza’, soprattutto nel mondo attuale, dove mentire consente di evitare problemi.