L’annuncio di Grillo: “No Olimpiadi a Roma”

Vox
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“Olimpiadi a Roma no grazie”. È il titolo dell’ultimo post di Beppe Grillo, che pubblica un articolo di Elio Lannutti dell’Adusbef che smonta, con i numeri, la bufala delle Olimpiadi come grandi opportunità di rilancio e sviluppo: budget ampiamente sforati in tutte le edizioni precedenti, debiti che i cittadini sono costretti a pagare per anni.

“In un Paese divorato da corruzione ed illegalità, con il più imponente debito pubblico pari a 2.248,8 miliardi di euro, cresciuto con l’attuale Governo al ritmo di 5 miliardi al mese pari a 116.000 euro al minuto, una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani, a chi e cosa servono le Olimpiadi di recente giudicate dal presidente Renzi: “Fantastiche perché porterebbero soldi alle periferie”, che secondo l’analisi di Gavin Poynter, professore di scienze sociali alla East London University e direttore del centro di ricerca universitario LERI, vengono: “Spesso presentate come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono invece col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private”?”.

 “Se le Olimpiadi o i mondiali, possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori – continua Lannutti -, i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi, effimeri sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici”.
“Roma, che non si è ancora ripresa dai mondiali di Nuoto del 2009 (con un deficit di 9 milioni di euro), che ha lasciato debiti e macerie ancora tutte da smaltire, dopo l’inchiesta dei magistrati sui “grandi eventi” e le “cricche degli appalti” con imprenditori e funzionari pubblici coinvolti, come il palazzetto delle vele di Calatrava a Tor Vergata, 250 milioni di euro per un cumulo di cemento e un ammasso di ferro che potrebbe costare circa 700 milioni di euro; i 26 milioni di euro per la piscina di Ostia; i 13 milioni di Valco San Paolo; o la piscina costruita su suolo pubblico con fondi privati, poi offerta in concessione al Circolo Aniene, ha veramente bisogno delle Olimpiadi?”.
L’Adusbef cita una ricerca di Oxford. “Come si può verificare dalle tabelle elaborate da Adusbef e da un recente studio della Oxford University, quasi tutte le edizioni dei giochi, oltre a portare debiti, hanno visto raddoppiare il budget iniziale previsto, in media di un + 176%, a partire dalle Olimpiadi di Toronto, del 1976. Tutte le edizioni successive a quella del 1984 sono state una perdita netta per le amministrazioni pubbliche locali e nazionali. In Spagna il governo, la città e la regione di Barcellona (sede delle Olimpiadi 1988) ci rimisero oltre 6 miliardi di dollari. Ad Atene il rosso delle casse pubbliche, dopo le Olimpiadi 2004 che batterono tutti i precedenti record di costi, è stato di oltre 10 miliardi (su spese complessive di 15) contribuendo al disastro dei conti del Paese. A Pechino – che per i giochi del 2008 batterono il record di spesa appena stabilito da Atene – il costo netto per le casse pubbliche è stato addirittura di oltre ventisei miliardi di dollari”.
E nemmeno le tanto decantate olimpiadi di Londra hanno lasciato effetti positivi. E vogliamo parlare delle palazzine olimpiche di Torino, finite per essere occupate da clandestini spacciatori, ennesima fonte di degrado?