Anziana senza cibo: “Ormai mi sono abituata”

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Dal giornale locale: “A 79 anni sopravvivo con 300 euro al mese, mangio una volta al giorno”

Tra i mendicanti in giro per la città, italiani, tra cui anche anziani.

Carla (nome di fantasia) è una pensionata parmigiana che, dopo una vita di lavoro, ora ha perso tutto e affida le sue speranze alla preghiera e a qualche amica che ogni tanto va a casa sua e le prepara la cena. La storia di Carla è come quella di tante altre: 79 anni, una vita da casalinga alle spalle: “E’ stato un lavoro dignitoso e utile che ho svolto con rispetto per tutta la vita” ci racconta. Poi, le prime difficoltà economiche, la morte del marito “che ha lavorato per quarant’anni prima come agricoltore e poi all’Anas”, la morte dell’unico figlio e la solitudine.

Carla, la tua pensione di permette di sopravvivere?
“Con una pensione di 350 euro non mi permette di mangiare due volte al giorno. A parte alcuni debiti che mi ritrovo a dover pagare e che incidono su una parte del mio stipendio, per il resto ci sono le spese della casa, del riscaldamento e delle bollette. In questo devo farci rientrare anche il cibo ed è sempre più difficile. Alcune amiche mi vengono a trovare e ceniamo insieme, così il cibo lo portano loro. E’ un accordo tacito: non ce lo siamo mai detto ma loro conoscono la mia situazione”.

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Nelle scorse settimane abbiamo trattato il tema di chi, per necessità, ruba cibo nei supermercati. Tu cosa ne pensi? “Devo ammettere che io qualche cosa l’ho pure rubata, perchè non sapevo come fare. Il prosciutto non me lo posso permettere ed è capitato che lo prendessi senza pagarlo. Non penso che possa incidere sugli affari del supermercato e sul futuro dei dipendenti. Io, in alternativa, non avrei potuto mangiare, nemmeno una volta al giorno”.

Riesci, durante la giornata, a fare i pasti regolarmente?
“Solitamente mangio una volta al giorno, ogni tanto riesco a fare sia il pranzo che la cena. Ormai mi sono abituata, quando era ancora vivo andavo spesso da mio figlio, che mi ospitava volentieri. Era un tesoro ma poi se n’è andato a causa di un incidente stradale e mi è caduto il mondo addosso. E’ successo dieci anni fa: mi ricordo ancora la disperazione che provai. Lui lavorava come ambulante nei mercati: il suo camion si è scontrato frontalmente con un’auto e lui è morto dopo una settimana di coma in ospedale”.

Intanto, i finti profughi fanno colazione, pranzo, cena e merenda a spese nostre, per un costo di 35 euro al giorno. Il triplo della pensione di Carla. Che infatti non mangia.

Possiamo permettere che Carla viva così, mentre Mohammed se la spassa?