SISMA, SCIACALLI TRA LE MACERIE: ARRESTATO ZINGARO IMPEGNATO IN SACCHEGGIO

Vox
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L’avevamo detto ieri. Ci sarebbero stati gli sciacalli. Nel cuore d’Italia devastato dal terremoto. Non come a New Orleans, dove la marea nera iniziò a saccheggiare i negozi al primo goccio di pioggia, perché l’Italia è, soprattutto nei piccoli paesi, ancora una società etnicamente omogenea: e quindi etnicamente solidale, come insegnano innumerevoli studi.

Ma come sappiamo, abbiamo ‘ospiti’. Ormai sparsi ovunque, sul territorio. Per volere del piano kalergi. Così, puntuali come sempre, anche nelle ore tragiche del dopo sisma, ecco alcuni episodi di sciacallaggio nelle zone terremotate, sopratutto a Pescara del Tronto, nelle Marche dove IlGiornale dà notizia dell’arresto di uno zingaro, insieme ad altri due, dei quali è ignota, al momento, l’etnia.

Sono stati segnalati diversi episodi di furti nel territorio del Comune di Arquata del Tronto, fra i più duramente colpiti.

Contro lo sciacallaggio è stata messa in piedi una task force composta di uomini dei carabinieri e della polizia, sin dalle prime ore successive al sisma. Ma c’è una sola difesa contro gli sciacallaggi post-catastrofi: una società sana e omogenea, come insegna il Giappone.

Che la “diversità” sia una debolezza e non una forza, lo ammetterà chiunque non sia un fan sfegatato del sadomasochismo.
Questo, oltre ad essere “vero” intuitivamente, è anche stato provato a livello scientifico.

Lo studio condotto dal Findlandese Tatu Vanhanen:

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Ha dimostrato come, più una società è etnicamente diversa, più questa società è violenta.

Lo studioso ha analizzato tutti i paesi del mondo e ha comparato la loro frammentazione etnica con il loro livello di violenza e instabilità, trovando tra le due una correlazione “positiva”.

Ma questi non sono gli unici danni che porta la società multietnica. Un altro scienziato, Robert Putnam –http://www.theamericanconservative.com/article/2007/jan/15/00007/ -, ha dimostrato come, più una comunità è “diversa” dal punto di vista culturale e razziale, più questa diviene non cooperativa ed emotivamente frammentata.

E’ evidente che i due studi sono complementari: l’arrivo di immigrati frammenta la società e la rende meno “solidale” e “cooperativa”, spezzandola lungo faglie etniche. Questa frammentazione conduce alla violenza.

Non è infatti naturale, “immolarsi” per chi non ha con noi alcun legame. E’ naturale invece, preservare la propria identità e chiunque con noi la condivida.
E’ una semplice legge evolutiva. Perché dovrei “favorire” un Africano piuttosto che un Amerindo rispetto ad un mio consanguineo?

Dal punto di vista evolutivo, morire in battaglia per Sparta aveva un senso biologico, perché coloro che sopravvivevano portavano avanti la discendenza biologica di cui anche “tu” morto, facevi parte. Ma morire in guerra per il Grande Re persiano non aveva senso, biologicamente parlando.

Oggi, stiamo creando una società nella quale, non solo, sarà orribile vivere, ma anche, per la quale non varrà la pena morire.