IN AFRICA NON SI INTEGRANO, MA VOGLIONO ‘INSEGNARE’ NOI A FARLO, PER DISTRUGGERCI: PERCHE’ INTEGRAZIONE E’ UNA PAROLA CARINA PER GENOCIDIO
“La legalizzazione dell’islam non è stata approvata dal Ministero della Giustizia e dei Diritti Umani e le moschee dei musulmani saranno chiuse fino a nuovo ordine”.
Con queste parole, il ministro della Cultura dell’Angola, Rosa Cruz E Silva, ha di fatto certificato la messa al bando l’Islam.
La ministra ha affermato che la religione musulmana, minoritaria in Angola, è considerata una “setta” insieme ad altre 194 non riconosciute dalle norme statali. Dal novembre 2013 si susseguono le demolizione di moschee abusive, almeno 60.
Per il governo: “La questione non è l’islam in sé, ma una serie di problemi legati a questa religione, i quali non si accordano con le regole costituzionali vigenti in questo Paese. Le attività islamiche sono ai margini della legge”.
In Angola vivono circa 24 milioni di persone e meno di 100mila professerebbero l’Islam. Gli altri sono culti animisti o pseudocristiani.