Genova, nel quartiere di Sampierdarena il parroco usa i soldi dell’8 per mille per assumere come sacrestano, invece di un padre di famiglia italiano disoccupato, un un musulmano praticante. Stipendio: 1250 euro al mese.

Si chiama Mamadou, ha 26 anni, ed è arrivato in Italia dal Mali, come clandestino, poco più di un anno fa, su un barcone. E dopo essere stato mantenuto per un anno come finto profugo, ora ha già un lavoro da 1250 euro mensili.

Nella chiesa, cinque volte al giorno, si rivolge alla Mecca e prega Allah.

«Siamo una parrocchia un po’ naif e non vedo nulla di strano nell’avere un sacrestano musulmano – dice don Mario Colella, 65 anni, il parroco – Io ho fatto il cappellano a bordo delle grandi navi da crociera per anni, là il compito di preparare l’altare era affidato agli addetti alle cabine: a volte un filippino, altre un pachistano o un canadese. E quando il sacrista era un islamico, potevo stare tranquillo: tutto era immancabilmente a posto».