Milan e Inda: attenti ai Cinesi

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I tifosi di Inter (già ribattezzata Inda dal proprio neo presidente) e Milan dovrebbero leggere quest’articolo del PN sulla vicenda del Pavia calcio:

Nel 2014, infatti, la locale squadra di calcio, reduce da un disastroso campionato nell’allora C1, ottiene una certa notorietà nazionale in quanto diventa il primo club italiano ad essere comprato dai cinesi, più precisamente dal fondo d’investimento Pingy Shanghai Investment, guidato da Xiadong Zhu. Totale dell’operazione: un euro. Il dottor Zhu ha le idee chiare, salire in serie B, fare uno stadio nuovo che segua i canoni del cosiddetto calcio moderno, raggiungere la serie A per poi spiccare il volo verso l’Europa.

Questo progetto trova l’immediata euforia del sindaco pavese, il piddino Massimo Depaoli, che riconosce in questi investitori venuti da lontano una sorta di eroi capaci di portare sviluppo e lavoro nella città lombarda. La squadra viene rinforzata con giocatori che, per la categoria, sono un lusso eppure, una volta arrivati al primo turno dei playoff gli azzurri vengono eliminati. Questo è l’inizio della fine, squadra smantellata, cambi dirigenziali e, soprattutto, strani movimenti di denaro. Un’altra stagione, comunque, deve iniziare, seppure nello scetticismo generale. Scetticismo più che giustificato in quanto il Pavia si rende protagonista di una tragicommedia in agrodolce, per restare in tema Cina, con continui cambi di allenatori e giocatori. Nel frattempo la Covisoc continua a frequentare gli uffici del club e la verità viene tristemente a galla. I tesserati del Pavia Calcio non prendono stipendi da mesi, così come i fornitori della società. La proprietà cinese ha deciso di chiudere i rubinetti e, alla fine della stagione 2015/2016, pochissimi mesi or sono, il futuro del club pavese, fondato nel 1911, diventa decisamente nebuloso.

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La tragicommedia vede l’ingresso di un nuovo attore, il faccendiere romano Nuccilli che rileva, anche lui per la somma di un euro, il club presentando la richiesta di iscrizione alla C1, nel frattempo diventata LegaPro. Il neo proprietario si sente rispondere in maniera negativa, rinunciando anche a fare ricorso. È qui che torna in gioco il primo cittadino di Pavia, colui che, con lungimiranza gioiva per l’arrivo dei cinesi creando, con soldi suoi, una società ex novo, insieme ad altri compagni di merende del partito, da iscrivere al torneo di Serie D. In fretta e furia si tenta l’iscrizione, ma si arriva a martedì 9 agosto e Carlo Tavecchio, capo della FIGC, la respinge: niente serie D. Ora rimane l’Eccellenza, ma lo si saprà solo nei prossimi giorni, magari dopo ferragosto, in modo da rovinare ulteriormente il fegato dei pochi tifosi pavesi.

Ecco, dunque, una breve cronaca della vicenda del Pavia Calcio che, dall’eccellenza del calcio, si ritrova, forse in Eccellenza, categoria distante anni luce da quella Serie A sognata nelle boutade cinesi ed alle quali il sindaco pavese, siamo pronti scommettere, sta ancora credendo.

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