La prima a dare una certa pubblicità alla tesi complottista è stata la deputata del PD americano McKinney:
Same Israeli photographer captures Nice and Munich tragedies. How likely is that? Remember the Dancing Israelis?… https://t.co/QH2j9HqQHY
— Cynthia McKinney PhD (@cynthiamckinney) 24 luglio 2016
In Italia è stata ripresa da esponenti del M5S:
In sintesi lo scoop sarebbe questo: la sera del 14 luglio, il giornalista Richard Gutjahr è a Nizza e riprende in video la scena del camion che fa’ strage. Il 22 luglio, lo stesso Richard Gutjahr si trova a Monaco di Baviera e filma, davanti allo shopping center, un’altra strage islamica.
La coincidenza è succosa, non c’è che dire. Ma è un po’ meno strana, se pensiamo che Gutjahr vive a Monaco ed è un giornalista. E poi: per quale strano motivo, un eventuale regista occulto (o comunque consapevole) delle stragi, dovrebbe svelarsi, andando a filmarle e diffondendo il proprio nome come autore delle riprese? Non ha senso. Avrebbe agito nell’ombra.
Spesso la realtà è piuttosto banale. E tragica. L’idea di incolpare una sorta di ‘struttura occulta’ che organizza gli attentati, in qualche modo ci ‘tranquillizza’, ci ‘deresponsabilizza’, perché dà una lettura razionale e quindi controllabile ad avvenimenti che, in realtà, sono fuori dal nostro controllo.
La realtà è che abbiamo invitato a casa nostra milioni di potenziali assassini. Banale. E tragico.