Massacro Padova: parla italiano ridotto così da 2 nigeriani

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“Voglio ringraziare CasaPound Italia Padova per la solidarietà espressa: sono stati gli unici a farsi vivi con me e a venirmi a trovare in ospedale”: questo quanto dichiara il titolare dell’agenzia immobiliare di Piazza De Gasperi aggredito da due nigeriani.

“Nonostante l’evento pazzesco che mi sono trovato a vivere, con questi due personaggi che mi hanno massacrato di botte e che mi hanno devastato l’agenzia solo perché avevano perso, a termine di legge, una caparra che avevano depositato, nessuno ieri si è fatto vivo. E le stesse ricostruzioni che stanno apparendo sui giornali sono fantasiose. Tutti parlano di rissa, quando invece si è trattato di un’aggressione a mio danno di violenza inaudita. Anzi, ci si sofferma sul particolare del ferimento dei due contro la vetrata del mio esercizio, dando ad intendere che sia stato io a spingerli contro, quando invece sono stati loro che l’hanno infranta colpendola e conseguentemente ferendosi da soli”.

Commenta CasaPound Italia Padova: “Si tratta di un episodio gravissimo. Abbiamo voluto incontrare questa persona in ospedale per sincerarci del suo stato di salute, e la scena che ci si è presentata era incredibile: l’agente immobiliare era ricoperto di sangue dalla testa ai piedi, massacrato. Per questo, e solo a seguito della sua autorizzazione, abbiamo deciso di rendere pubbliche le foto del suo ricovero: tutti devono vedere lo stato in cui è stata ridotta questa persona”.

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“Dopo giorni infatti in cui tutti i giornali hanno avviato una campagna mediatica sul presunto razzismo degli italiani, a seguito della tragica fatalità di Fermo, questo episodio in realtà conferma ciò che noi denunciamo da tempo: altro che razzismo, sono molto più frequenti le aggressioni operate da stranieri ai danni degli italiani. Semplicemente Istituzioni e media tendono a glissare quando si tratta di italiani, attivando invece vere e proprie campagne mediatiche nei rari casi in cui le vittime sono straniere. Quella di piazza De Gasperi è la dimostrazione che la favoletta dell’integrazione è solo un mantra che ci viene ripetuto, quando nella realtà nei quartieri ad alto tasso di immigrazione la situazione è pronta ad esplodere, perché le regole della civile convivenza spesso e volentieri saltano. Maliziosa poi la ricostruzione giornalistica che sembra voler dare ad intendere una corresponsabilità dell’agente immobiliare aggredito nell’innescare la rissa. Dove sono adesso le Istituzioni? Dove sono le parate di solidarietà? Se a questa persona fosse successo qualcosa di più grave, avremmo assistito allo stesso trasporto osservato in questi giorni? Abbiamo i nostri dubbi”.

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