Prefetto chiama sindaco perché accolga profughi: “Col cavolo”

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Il Prefetto chiama, il sindaco Claudio Sessa di Torre Boldone risponde picche: ribadisce in modo netto la propria contrarietà all’accoglienza dei finti profughi sul proprio territorio comunale e lo fa con una lettera inviata direttamente in via Tasso a Francesca Ferrandino, poi motivata con un post su Facebook.

Il Prefetto, come accade periodicamente, sta convocando in successione tutti i sindaci della provincia di Bergamo per discutere dell’afflusso dei migranti: “I significativi flussi di cittadini stranieri registrati – ha scritto nella lettere di convocazione la Prefettura – e la conseguente necessità di reperire sul territorio strutture capaci di consentire l’ospitalità e l’assistenza temporanea, anche a livello diffuso, hanno posto in luce la necessità di delineare efficaci percorsi operativi in grado di far fronte alle numerose criticità che si palesano nell’ambito delle attività di accoglienza. In tale contesto assume un ruolo rilevante il rapporto di collaborazione con le Istituzioni, allo scopo di garantire, nel rispetto dei ruoli, l’adempimento delle attività connesse”.

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Ma l’invito a partecipare a una riunione “tesa a definire gli interventi connessi all’accoglienza”, prevista per martedì 12 luglio alle 18.30, è stato rispedito al mittente da Sessa che in giornata ha comunicato agli uffici di via Tasso e al prefetto Ferrandino la sua assenza.

Una spiegazione argomentata ulteriormente dal sindaco in un lungo post sulla propria pagina facebook: “Mi viene chiesto ancora di collaborare alla collocazione di nuovi sedicenti profughi. Rispondo per l’ennesima volta con un secco rifiuto. È un rifiuto sempre più netto, sempre più sicuro, sempre più consapevole perchè questo è l’unico modo di conservare quel senso universale di umanità che ho ereditato nei miei valori e che non intendo inquinare con pseudo valori chiamati comunemente accoglienza. Di fronte ai miei anziani che fanno fatica ad arrivare a fine mese, che arrangiano un pranzo ed una cena come possono e piuttosto digiunano per non chiedere aiuto, di fronte a padri senza lavoro, che non sanno come allevare i figli. Madri con lo sfratto senza la prospettiva di assicurare un tetto sulla testa ai figli, chi mi può convincere che giovani ragazzi ben vestiti, alla moda, tecnologici, in carne, palestrati, (chi paga?) che non disdegnano il gioco d’azzardo (chi paga?) la dolce compagnia a pagamento (chi paga?) che lasciano mogli (forse) madri (forse) fidanzate (forse) nella merda e si godono l’auspicato titolo di rifugiato come una borsa premio, chi, ripeto, mi può convincere che sono loro i bisognosi di aiuto? La prefetta faccia ciò che la coscienza e o il suo lavoro impone. Io quello per cui sono stato eletto”.