Divisi alla nascita: Alfano Jr e Al Capone

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La fisiognomica è una scienza che la modernità ha ingiustamente tentato di degradare a ‘pseudoscienza’, fino alle recenti rivalutazioni grazie alla genetica.

Basta guardare la somiglianza del fratellino di Alfano con Al Capone, per capire molte cose.

Alessandro Alfano? “Uno che tende a bruciare le tappe”, aveva scritto di sé il fratello del ministro Angelino. Fratello d’arte, si può dire.

Il coinvolgimento nell’inchiesta sulla cricca delle nomine, quel battere cassa con il faccendiere Raffaele Pizza (“…..non si accontentava di 160 mila euro, ne voleva 10 mila in più…”) è solo l’ultimo incidente dell’avventura professionale di Alfano jr. Che fa tutto in fretta.

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Nel 2006, a trent’anni, è già stato consulente del ministero dell’Economia sotto il governo Berlusconi. Ed è segretario generale di Unioncamere Sicilia, ma non è ancora laureato. Quando nel 2009 prenderà l’alloro – una triennale in Economia – dovrà fare i conti con un’inchiesta della procura di Palermo sugli esami truccati: Alessandro Alfano e altri 30 studenti vengono accusati di aver acquistato degli esami a mille euro ciascuno da un paio di impiegati della facoltà. Alfano jr giura di averli fatti quegli esami, porta gli statini, dice che ricorda anche le domande alle quali aveva dovuto rispondere. E viene scagionato.

Ma sui suoi titoli la magistratura indaga poi anche a Trapani, dove Alessandro vince un concorso da segretario generale: un anonimo, prima della selezione, aveva indovinato l’esito. Il sospetto, contenuto anche in un’interrogazione del deputato di Sel, Erasmo Palazzotto, è che il giovane Alfano non abbia maturato i cinque anni di esperienza dirigenziale necessari per ricoprire l’incarico. Spacciando un’esperienza pregressa di direttore di Confcommercio ad Agrigento per un ruolo di direttore regionale.

I pm vogliono vederci chiaro, sequestrano le carte, Alessandro va via prima ancora che anche questa inchiesta venga archiviata.

Per lui, d’altronde, c’era già disegnato un futuro romano: ecco a fine 2013 l’incarico “incriminato” a Postecom, una delle società del gruppo Poste. Proprio in questi giorni il rampollo agrigentino con la passione per le auto di lusso – dalla Range Rover Evoque alla Porsche Boxter Cabriolet – aveva ottenuto il trasferimento a Palermo. La qualifica? Responsabile di Poste, per la Sicilia, del settore patrimoniale.