Sfrattata vive in androne comune, che si occupa di trovare casa ai profughi

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In Toscana il governatore Rossi, PD, è tutto impegnato con il suo partito a trovare hotel e alloggi ai cosiddetti profughi che il suo partito scarica quotidianamente in Italia. Ha denominato quest’opera “accoglienza diffusa”.

Il primo risultato riuscito è stato il diffondersi della Meningite. Intanto, i toscani vivono negli androni dei comuni.

Dal giornale locale:

Sfrattata e senza un tetto sotto il quale trovare riparo dopo anni di inutili richieste di una casa popolare ha dormito per giorni su una panchina ai giardinetti e poi ha deciso di «sistemarsi» nell’androne del municipio. La storia di Anna Maria Nigi, una signora fiorentina di mezz’età approdata a Fucecchio dopo lunghe peregrinazioni, è la punta di un iceberg rappresentato da chi, rimasto senza un alloggio, affronta le incertezze di una soluzione richiesta ai servizi sociali o ai competenti uffici dell’Unione dei Comuni che gestiscono la residenzialità pubblica sul territorio.

Di buona famiglia, con una laurea in lettere, Anna Maria Nigi si è trovata senza risorse e senza un luogo in cui vivere a causa di una serie di rovesci di fortuna. Dopo essere passata da un accomodamento precario all’altro, recentemente è stata messa alla porta dal padrone di casa. La stagione estiva le ha consentito di pernottare, alla meno peggio, all’aperto sempre peregrinando qua e là. Di case disponibili, le è stato detto più volte, non ce ne sono e poi occorre partecipare ai concorsi per l’assegnazione con la certezza di non farcela perché i punteggi più alti, che danno diritto a una sistemazione, sono per le famiglie numerose, con più figli, che per questa ragione passano avanti. Cosicché una persona sola resta immancabilmente fuori.

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La dottoressa Nigi ha indirizzato richieste su richieste all’amministrazione, all’assessorato ai servizi sociali, arrivando persino a inviare un esposto in procura per violazione dei diritti umani: «Perché io sono una persona come le altre – afferma la protagonista della vicenda – e non posso essere abbandonata. Ho seri problemi anche per fare almeno un pasto al giorno. Debbo raccomandarmi e bussare alla porta di qualche conoscente. Umiliarmi quando avrei invece diritto al rispetto della mia dignità. Essere poveri e sfortunati non può essere considerata una colpa. E mi auguro, sinceramente, che almeno dagli uffici di giustizia mi arrivi una risposta».

Ci sono alcuni fucecchiesi che hanno preso veramente a cuore la condizione della signora Nigi. Si stanno dando da fare, aggiungono la loro voce a quella della donna anche perché non si senta sola. «Le mie sofferenze – conclude quest’ultima – sono sotto gli occhi di tutti. E durano ormai da troppo tempo».

Intanto a Fucecchio, il sindaco è impegnato in questo:

Ondata di ‘profughi’ in Toscana: “Se avete casa, contattateci”