ASSOCIAZIONE ACCOGLIENZA GESTIVA TRAFFICO DROGA E RAPINE

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Dal giornale locale la verità delle a$$ociazioni di ‘volontari’ che aiutano i clandestini ad invadere le nostre città:

UDINE – Accoglienza sì, ma nella maniera sbagliata, occupando abusivamente stabili di proprietà pubblica e privata e favorendo la permanenza di stranieri irregolari sul territorio.

Perchè? Secondo gli inquirenti uno degli obiettivi sarebbe stato l’accreditamento come associazione per ricevere poi il 5 per mille. Un sistema che avrebbe fruttato business e non un semplice volontariato coordinato con le istituzioni.

Così sono finiti nei guai i volontari dell’associazione “Ospiti in arrivo”, realtà nata fine 2014. L’inchiesta svolta dalla Polizia di Stato, attraverso la squadra mobile, su ordine della Procura ha portato in questi giorni all’avviso di garanzia di Mohammed Asif Ali Zai, Laura Garbelotto, Alessandra Petrucelli, Cristina Pugnale, Michele Guerra e Mauro Casasola.

L’ondata dei profughi

L’indagine prende le mosse a fine 2013 quando cominciano ad arrivare centinaia di richiedenti asilo. La frontiera di Tarvisio viene sempre più messa sotto pressione dall’arrivo di migranti. E Udine diventa il primo “porto” per i “disperati” della rotta balcanica.

Perchè proprio Udine e non altre città? Chi c’è dietro a questo traffico? È la domanda più frequente che si pongono gli agenti. E da qui nasce il faldone di 2800 pagine. Un dossier che vuole smascherare il legame tra affari e profughi.

Partono i primi accertamenti da parte della polizia di Tarvisio e dalla squadra mobile. Attraverso intercettazioni telefoniche vengono tenuti sotto controllo i clandestini e gli stranieri già presenti a Udine.

Droga e rapine

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Nel fascicolo ci sono anche storie di droghe e rapine. Come quella di alcuni richiedenti asilo che una volta messo piede sul territorio italiano si distinguono nelle attività di spaccio di marjuana. La polizia risale ai corrieri di nazionalità nigeriana che dal Lazio e dalla Campania trovano a Udine una meta fiorente della loro attività di stupefacenti.

E c’è poi la storia della rapina ai danni di un cittadino americano che il 15 gennaio 2015 viene massacrato di botte sul greto del Natisone da tre afghani.

Il ruolo chiave di Ali Zai

È nel corso delle diverse intercettazioni che spunta il nome di Mohammed Asif Ali Zai. Il suo ruolo di interprete gli permette di fare da raccordo tra i profughi già presenti sul territorio e coloro che attendono di attraversare la frontiera di Tarvisio.

Ali Zai è accreditato come interprete presso un’associazione già riconosciuta in città e alcune istituzioni. Ma a fine 2014 si fa sempre più stretto il suo legame con Laura Garbelotto presidente pro tempore della neonata associazione Ospiti in Arrivo. La realtà prende corpo con l’adesione di altri volontari. E nel frattempo scoppia il caso dell’accoglienza.

Occupazione e profitto

A Udine non ci sono posti per accogliere gli immigrati. Così gli Ospiti in Arrivo invadono gli immobili dell’ex acciaieria Safau, dell’ex sede Amga, l’area demaniale di via Chinotto, l’ex caserma Osoppo e l’ex concessionaria Alfa Romeo sistemando al loro interno gli immigrati in attesa di riconoscimento dello status di rifugiato.

In un caso tentano anche di occupare il Duomo ma vengono fermati. Secondo la Polizia tre degli indagati con l’occupazione degli edifici e fornendo il cellulare di Ali Zai a svariati soggetti al fine di assicurarne la diffusione dei clandestini, avrebbero così anche tratto ingiusto profitto dalla permanenza di stranieri illegalmente presenti sul territorio allo scopo di essere riconosciuti come associazione e di ottenere in futuro la richiesta del cinque per mille.

Questi stanno distruggendo la nostra terra. Con la complicità, in Friuli, di questa nullità politica:

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E noi glielo stiamo permettendo.