Scioperano le Coop dell’accoglienza: “Dateci i soldi per mantenere figli migranti”

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Gli ‘educatori’ e gli ‘operatori’ di 140 comunità di accoglienza per presunti minori protestano, minacciano di sospendere le attività di assistenza per i più di 800 under 18 che accolgono nelle loro cosiddette case famiglia. A spese nostre.

Al 99% parliamo di figli che gli immigrati inviano in Italia e scaricano sul groppone degli italiani, che devono spendere i soldi dei propri figli per mantenere quelli degli altri.

“Da mesi attendiamo che la situazione si sblocchi e dopo tante promesse e tanti nostri sacrifici, martedì abbiamo protestato davanti la sede del Comune, Palazzo delle Aquile – dicono operatori ed educatori – Siamo riusciti a ottenere un incontro in cui abbiamo ricevuto l’ennesima promessa: una risposta, una soluzione per il nostro disagio entro venerdì mattina. E per risposta intendiamo il pagamento di almeno una fattura. Ma così non è stato”.

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Così questa mattina, alle 10, si sono presentati in via Garibaldi, davanti la sede dell’assessorato alla Cittadinanza sociale. Una delegazione attende di dialogare con l’assessore Agnese Ciulla. Davanti all’ingresso del palazzo, in strada, una folla di operatori, educatori e alcuni dei ‘minori’ più grandi.

“La responsabilità di una possibile sospensione del nostro servizio per i minori non dipenderà dalle comunità – dicono in coro gli operatori – Perché da nove mesi facciamo fronte all’assenza di fondi auto finanziandoci. Alcuni hanno anche chiesto prestiti per pagare bollette e canoni di affitto. Ma adesso siamo allo stremo delle nostre forze e possibilità”.

Nella sola Palermo 800 clandestini presunti minori mantenuti dagli Italiani. E battono cassa.

Visto che ogni minore costa il doppio di un ‘normale’ profugo, il conto è presto fatto: 56.000 euro al giorno. Solo a Palermo.