La bufala dei ‘profughi’ bengalesi e pakistani

Vox
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Da un giornaletto locale di Lucca, ci avvisano che chi arriva dal Bangladesh è un profugo:

“Raccontiamo la cultura, bellezza, abitudini e usanze del nostro paese”. Si sono presentati così i cinque ragazzi provenienti dal Bangladesh e ospitati dal comune di Porcari, che oggi (21 maggio) hanno avuto modo di incontrare la comunità ospitante. L’incontro, organizzato dal Cif (Comitato Italiano Femminile) di Porcari, si è svolto al centro anziani di Rughi, dove oltre ai cinque bengalesi, erano presenti altri sei ragazzi provenienti dal Pakistan, arrivati a Porcari nel dicembre 2015. “Se siamo riusciti a fare questo incontro – racconta Carla Franceschini –, è grazie al nostro Cif, capitanato dalla mitica Angela Matteoni, che posso paragonare ad un treno sempre in corsa. Vorrei però ringraziare anche Don Amerigo e l’assessore Fabrizia Rimanti, quest’ultima per il grande aiuto dell’amministrazione. Infine i miei ringraziamenti vanno al giovane Davide Bertuccelli, perché ci ha molto aiutati soprattutto nei corsi di alfabetizzazione”.

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Anche i giovani ospiti, sembra essere tornati dietro il banco di scuola ed è anche grazie al contributo dell’amministrazione comunale. “Un ringraziamento doveroso ­– spiega l’assessore Rimanti durante il suo intervento –, lo vorrei rivolgere all’Associazione Gvai (Associazione Gruppo Volontari Accoglienza Immigrati) per il lavoro che stanno svolgendo con questi giovani ragazzi”.
Ragazzi che si tengono costantemente occupati anche con i lavori socialmente utili. È infatti grazie alla convenzione con la società Ascit, che i giovani bengalesi si tengono impegnati per ripulire i parchi pubblici del paese. L’incontro ha poi preso il via con la presentazione dei quattro ragazzi, che sono partiti illustrando la loro cultura e le loro abitudini. Giunti poi a presentare il loro cammino verso l’Italia, si è arrivati ad una storia da brividi. Si parla infatti di Borhan, partito nel 2012 a soli 14 anni dal Bangladesh, con l’obiettivo di portare a casa un futuro migliore da poter garantire alla propria famiglia. Un cammino il suo, diviso in diverse tappe, ha infatti attraversato diversi stati a piedi utilizzando anche mezzi pubblici. Dalla Turchia è iniziato il suo viaggio verso la speranza di un futuro migliore. Tutto è infatti iniziato con un barcone che aveva come destinazione la Grecia, dove ha vissuto per circa 2 anni. A 16 anni ha poi deciso di ripartire, cercando altre mete che potessero garantirgli un futuro stabile. Grecia, Ungheria, Croazia, Austria ed infine Italia, dove attualmente Borhan ha trovato accoglienza a Porcari. Adesso ha 17 anni e i suoi progetti sono ben chiari: “Voglio trovare lavoro in Italia per aiutare la mia famiglia”. Una storia la sua, molto diversa dagli altri quattro ragazzi, il cui cammino si è fermato una sola volta in Libia da dove sono poi ripartiti con destinazione Italia. “Eravamo su un barcone di 500 persone e siamo stati salvati da una nave italiana”, racconta Rubel, soprannominato il cuoco della casa, per le sue ottime capacità culinarie. Questi ragazzi scappano non tanto dalla guerra ma dalla fame. Il Bangladesh è infatti al 124esimo posto al mondo per le condizioni di vita ed è per questo che adesso, come anche molti altri loro connazionali, stanno cercando di garantirsi un futuro migliore e lontano dalle repressione politiche adottate dal governo bengalese.

E’ al 124esimo posto perché ci sono i bengalesi, non per il ‘destino’. Se importi bengalesi, inizi a scendere in classifica. Soprattutto se devi mantenerli e portarli nei ‘centri anziani’ a raccontare stupidaggini e bufale. Per i pakistani vale lo stesso.

Ci sono troppe a$$ociazioni di utili idioti in Italia.