Il monito di Papa Francesco (“aprite le porte a chi fugge dalla propria terra”), questo parroco di una parrocchia nel beneventano lo ha applicato alla lettera.
Le autorità infatti contestano al prete di San Biagio di Limatola (Benevento) i reati di estorsione e usura ai danni di extracomunitari ospitati nei locali della chiesa. Un affare milionario, visto che le Fiamme Gialle hanno sequestrato al prelato beni per 1 milione di euro.
Il prete è sotto la lente delle autorità giudiziarie dal 2014, quando la polizia entra nella sua parrocchia per alcune perquisizioni, contestandogli i reati di estorsione e usura, realizzate avvalendosi della “esperienza” di alcuni pregiudicati. Durante le indagini, inoltre, gli investigatori hanno raccolto le testimonianze di alcuni extracomunitari che vivevano nelle sale parrocchiali e in alcune case a disposizione della parrocchia. Tutte, ovviamente, senza contratto di affitto. Quando non pagavano, poi, scattava la repressione del parroco: Spesso- scrivono gli investigatori – i migranti “avevano dovuto sottostare alle pretese del parroco e alle sue ritorsioni, a seguito del ritardo nel pagamento dei canoni di fitto”. Come lasciarli senza corrente elettrica durante capodanno.
Secondo il pm Giovanni Conzo, come ricostruisce Repubblica, il prete è “soggetto abitualmente dedito a delinquere e a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite”. Così le Fiamme Gialle, durante i controlli, hanno anche evidenziato una sproporzione tra il reddito dichiarato del prete e la sua reale situazione. Al parroco sono così state sequestrate 13 auto (di cui 7 d’epoca), una casa di pregio a Napoli. Il sequestro ha un valore di 1 milione di euro.
Ha fatto e fa quello che Carita$ e Coop del PD-Ncd fanno alla luce del sole.