Mamma denuncia: “Cacciano nostri figli disabili per fare posto ai profughi”

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L’Istituto per Sordi “Annibale Maria Di Francia” di via Castellana (Borgonuovo), già al centro delle polemiche per la sua chiusura a causa dell’assenza dei finanziamenti della Provincia, potrebbe diventare un centro per migranti, condannando, di fatto, dei bimbi disabili a restare senza alcuna assistenza. Questa è la denuncia di una madre disperata, che, sul suo profilo Facebook, racconta la storia dell’agonia dell’Istituto gestito dalla Congregazione dei Padri Rogazionisti e sostenuto economicamente, fino a qualche tempo fa, dalla Provincia. I soldi, però, sembrano essere finiti o almeno così dicono i politici.

Eppure, racconta ancora la madre (G.S. sono le sue iniziali) “quella stessa Congregazione che dispone ancora della suddetta struttura, sta cercando in tutti i modi di poterla riutilizzare. Penserete che chi di dovere si stia interessando per far ripartire in qualunque modo il progetto che aiutava i nostri figli, facendo sì che possano continuare ad avere l’assistenza e la formazione necessaria… Invece no. Sta solo valutando altre opzioni di sovvenzione da parte di altri enti, per poter cambiare completamente il fine di utilizzo del famoso Istituto per Sordi. E chissà, magari si potranno accogliere immigrati che fanno sempre comodo. Quegli stessi immigrati che oggi, sulla cresta dell’onda della sofferenza e del malessere da cui fuggono, non vengono più visti come persone in grave difficoltà, ma solo come fonte pecuniaria.”. All’interno del suo lungo messaggio, la signora chiede anche di condividere il più possibile il post per aiutarla “a chiedere i diritti” per i suoi figli.

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Sul caso è intervenuto Francesco Vozza, referente provinciale di Noi con Salvini, che promette battaglia: “Se dovesse essere vero quello che è stato denunciato dalle madri dei bimbi disabili dell’Istituto per Sordi, sarebbe la prova che oggi in Italia vengono prima i clandestini e vengono prima persino dei nostri disabili. Da oggi in poi staremo accanto alle famiglie dei bambini dell’Istituto e faremo il possibile affinché la struttura riapra.”

Non è il primo caso. Se ne contano a decine in tutta Italia, fate una ricerca su Vox. Il motivo è semplice: per ogni finto profugo sono 35 euro al giorno (80 se ‘minorenne’).