Migrante islamico voleva colpire Vaticano

Vox
Condividi!

“Per questi nemici giuro, se riesco a mettere la mia famiglia in salvo, giuro sarò io il primo ad attaccarli (…) in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l’attacco nel Vaticano, con la volontà di Dio”. E’ un audio inviato lo scorso 25 marzo da Abderrahim Moutaharrik a Mohamed Koraichi, arrestati entrambi nel blitz antiterrorismo. “L’unica richiesta che ti chiedo – dice Moutaharrik – è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’Islam”. “Voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere, ndr) Israele a Roma”, ha detto Moutaharrik in un’altra intercettazione, parlando al telefono con Abderrahmane Khachia, anche lui finito in carcere. Nella telefonata, si legge nell’ordinanza, Moutaharrik fa riferimento “ad un suo disegno per compiere un attentato all’Ambasciata di Israele” chiarendo “di avere contattato un soggetto albanese per procurarsi le armi, non riuscendo nell’intento”.

Vox

Abderrahim Moutaharrik, pugile di kickboxing che stava per partire con la moglie Salma Bencharki da Lecco per unirsi allo Stato Islamico. Con loro sarebbero partiti anche i figli di 2 e 4 anni, affidati ora ai nonni. Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare ci sono anche Alice Brignoli, italiana di 39 anni, che ha cambiato il nome in Aisha, e il marito marocchino Mohamed Koraichi. La coppia è sparita da un anno assieme ai figli per raggiungere l’Isis. La sorella di Mohamed, Wafa Koraichi, è stata arrestata a Baveno (Verbania), mentre a Varese è finito in manette Abderrahmane Khachia. Nelle intercettazioni Mohamed Koraichi parlava con uno degli arrestati di attentati da compiere in Italia. “Caro fratello Abderrahim, ti mando il poema bomba (…), ascolta lo sceicco e colpisci”.

Domanda: perché non lasciarli partire?