Lui 39 anni, tunisino, lei di anni ne ha 70. Lui è uno spacciatore clandestini, diversi anni passati in carcere per droga, lei una donna separata. Si sono conosciuti in bar, hanno continuato a frequentarsi mentre lui era rinchiuso in carcere e ora hanno deciso di sposarsi. Perché così, lui, avrà un permesso di soggiorno. Love is love, direbbe Renzi.
«È da dieci anni che mi sono presa a cuore la situazione di Ben. Per me lui è uno di famiglia». Luciana De Gobbi, un tempo attiva nelle fila dei Radicali. Perché tutto torna. Ben Larbi Belhassen, tunisino, ex detenuto, “diventato cieco a causa di una malattia genetica, siede accanto a lei ed è il suo futuro sposo. La coppia convolerà a nozze a fine ottobre”, scrive con tono tra il drammatico e il ‘romantico’ un giornale locale.
«Conoscevo la famiglia di Ben da quando da giovane andai in Tunisia», racconta la De Gobbi. «Per molto tempo ci siamo persi di vista, io ho avuto dei figli e mi sono sposata, poi a distanza di anni ci siamo rivisti qua a Padova». Ben, che è arrivato in città nel 1996 frequentava infatti il bar gestito da Luciana, in via Sorio.
«Ci siamo ritrovati in quell’occasione, poi Ben ha commesso degli errori ed è stato arrestato». Il trentanovenne tunisino ha infatti dovuto scontare 5 anni di reclusione per spaccio di droga. Sono ‘errori’.
Come un clandestino spacciatore non sia stato espulso dopo l’uscita dal carcere, è vergognoso. Come è vergognoso che trovi una ‘signora’ che lo sposi per farlo rimanere in Italia. Con la scusa della ‘malattia’. E vedrete il boom prossimo di ‘unioni gay’.