Scrivono commenti su Facebook contro l’immigrazione, convocati in Procura…

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Per dei commenti su Facebook alcuni cittadini siciliani sono vittime in questi giorni, di una denuncia penale da parte della polizia postale di Ragusa. Che non ha pedofili da perseguire per le migliaia di filmati di torture presenti sul web, e perde tempo a perseguitare chi dissente dall’infame piano Kalergi.

I fatti contestati risalgono al 2014. Originariamente le persone nel mirino della polizia postale erano molte di più ma alla fine sono stati presi in considerazione solo i post definiti «più pesanti». Tutti i soggetti denunciati sono già stati convocati in procura ed invitati ad eleggere il rispettivo domicilio e a nominare i difensori di fiducia. Si tratta di almeno una ventina di utenti, per la maggior parte residenti a Modica, deferiti alla procura per il solito reato di opinione di “istigazione all’odio razziale”, un abominio giuridico indegno di un paese civile: è la famigerata legge Mancino del 1993. Mancino è il famoso ‘telefonista’.

Nel 2015 sono stati oscurati 1.819 siti che pubblicavano contenuto pedopornografico. Una goccia nel mare. Probabilmente perché la Polizia Postale era costretta a ‘lavorare’ su un altro fronte: nell’anno sono stati oscurati 6.635 contenuti web per cosiddetto ‘razzismo’. Devono inoltre stare su Facebook a controllare i commenti.

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Avete letto bene. Mentre i pedofili si trastullano allegri con siti sempre più schifosi, la priorità del governo Renzi è quella di perseguitare chi pubblica presunti contenuti razzisti.

In sostanza: stuprare bambini e pubblicare i video degli stupri sul web è, secondo il governo, circa 5 volte meno importante da perseguire rispetto al ‘reato’ di pensiero. Il motivo è semplice: i dissidenti fanno paura, i pedofili sono in politica. Magari in Parlamento. Magari, chissà, anche…

Sia chiaro, questa non è un’accusa alla Polizia Postale (anche se somiglia sempre più ad una Gestapo), gli agenti fanno quello che possono. E sappiamo per conoscenza personale, che molti di loro sono schifati dal dovere perdere tempo a ‘cacciare’ psicoreati sul web invece di potersi occupare 24 ore al giorno di pedopornografia e salvare bambini.