Gli amputano la gamba, governo rifiuta pensione di invalidità: “Ne ha un’altra”

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Pochi mesi, a 64 anni, nel dicembre 2015, gli hanno asportato una gamba. Ha perso il lavoro. Ma l’Inps, seguendo la legge, non gli riconosce l’assegno di invalidità. Ha un’altra gamba.

Dopo una serie di analisi, la commissione medica ha dichiarato una percentuale di invalidità pari al 60%, con diagnosi “amputazione arto inferiore destro”. “L’invalidità del 60 per cento – dice Giovanni Rossetto, dell’associazione Agitalia che sta seguendo il caso – non permette di avere l’indennità di invalidità. E questo per il mio assistito è un grave problema”.

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“La pensione di invalidità – continua Giovanni Rossetto – viene data quando si ha almeno il 74% di deficit. Il nostro assistito è sotto questa soglia, ma faremo valere la patologia depressiva che ha colpito l’uomo, ormai anziano e in difficoltà”.

Ma la colpa non è dell’Inps, che rispetta la legge. E’ del governo. Cosa prevede la legge? Che chi ha un’invalidità del 74% e un limite di reddito di 4.880 euro, abbia un assegno mensile di 294 euro. Mentre se sei un giovane fancazzista africano sbarcato ieri, hai subito vitto, alloggio e paghetta settimanale per un totale di 35 euro al giorno.

“La situazione italiana è sotto la soglia della decenza – conclude Rossetti – con questi imbuti normativi per persone che davvero versano in situazioni difficili, mentre periodicamente veniamo a conoscere vicende di falsi invalidi o falsi ciechi che spremono le casse pubbliche”.