Ora i rappresentanti del governo trattano con i ‘terroristi’ che rappresentano i profughi

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Da un giornale locale trentino:

TRENTO – Le richieste di allontanamento avanzate dalla Provincia nei confronti di nove profughi ospiti della residenza Brennero non sono motivate dalla “rivolta” di venerdì scorso in via Brennero, ma da episodi precedenti di minacce e violenze ai danni degli operatori che li assistono.
Lo ha precisato ieri Pierluigi La Spada, responsabile del Cinformi: «La segnalazione non l’abbiamo fatta per l’invasione della strada, perché non ci compete, ma per il mancato rispetto del regolamento. Parliamo di comportamenti nei confronti di operatori avvenuti in precedenza. Una somma di episodi per i quali abbiamo chiesto questa misura. Vanno dalla minaccia alla violenza e all’aggressione». Vittime gli operatori in servizio, anche se per violenze – continua il responsabile del Cinformi – «si intendono gesti come spintoni sul braccio» e non più gravi.

Il gruppo è a Trento da circa un anno. Ora ci si chiede quale possa essere il destino dei nove segnalati. Per La Spada non si parla di espulsione: «In realtà si tratta di allontanamento dal progetto. L’articolo 23 del decreto legislativo 142 del 2015 dice che se ci sono comportamenti gravi o reiterati di violazione del regolamento dell’ente gestore, quest’ultimo segnala i fatti, in modo tale che il prefetto possa adottare un decreto motivato di allontanamento dal progetto. Se i fatti sono ancora più gravi, subentra la giustizia e in quei casi può esserci anche l’espulsione».

E il rischio che, uscendo dal progetto, i profughi finiscano sulle panchine di piazza Dante, come paventato dagli operatori di alcune associazioni del ramo dell’accoglienza? «Questo non lo so», risponde La Spada. «Vedremo che soluzioni si potranno adottare per evitarlo». Non è escluso che i nove segnalati, prevalentemente africani di Mali, Gambia e Nigeria, possano essere divisi e trasferiti in altre regioni per tentare nuovi inserimenti.

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Ieri mattina intanto i richiedenti asilo hanno disertato l’incontro offerto dal commissario del governo e previsto in mattinata nella sede di via Santa Croce. I profughi non si sono presentati, sembra perché era stata negata loro la possibilità di venire tutti assieme e non in una delegazione ristretta.

Il vicario del commissario, Domenico Lione, ha quindi deciso di recarsi personalmente alla residenza Brennero, nel primo pomeriggio. «Io sono abituato a dialogare sempre», spiega. «I migranti hanno cercato di rappresentare le loro ragioni. Volevamo rapportarci con una delegazione perché ci riferisse le motivazioni che hanno portato a inscenare la manifestazione di venerdì scorso e capire se ci fossero delle richieste che potessero essere accolte. È però diventata un’assemblea, dove ognuno raccontava la sua situazione. Il gruppo è formato da alcuni minorenni e da altri poco più che maggiorenni. Li abbiamo ascoltati cercando di capire le loro istanze». Non si è trattato però di una “trattativa” anche perché non ne esistevano i presupposti. «Chiedevano denaro contante al posto dei buoni alimentari, ma abbiamo spiegato loro che la regola che lo vieta è nazionale e non derogabile». L’inquietudine deriverebbe anche dal lungo periodo di attesa, senza sapere quale sarà il proprio futuro. «Vorrebbero uscire dal percorso di assistenza e iniziano ad avere paura di non avere la protezione internazionale attribuita ai richiedenti asilo. Io ho spiegato che si trovano in Trentino, dove è attivo uno dei migliori progetti di accoglienza».

Quanto ai nove “sub iudice”, il dottor Lione si limita a dire che «c’è un’istruttoria in corso: si verificheranno gli esiti e verranno presi i provvedimenti conseguenti. I tempi? Dovremo acquisire prima delle relazioni e poi valutare».

In mattinata, nella residenza di via Brennero si era presentato un gruppo appartentente all’area anarchica per confrontarsi con i profughi, che avrebbe partecipato anche al successivo incontro con il sostituto commissario. 

Le autorità che trattano con i finti profughi e i para-terroristi che li blandiscono. Intollerabile.