L’allarme: a questo ritmo 300mila clandestini, 6 miliardi per mantenerli

Vox
Condividi!

Il quotidiano socialista Le Monde sull’invasione in corso della nostra terra: “Dal mese di gennaio 18.234 migranti sono sbarcati sulle coste italiane. Ben 8 mila in piu’ che dello stesso periodo del 2015. Se questa tendenza dovesse confermarsi nei mesi a venire, si arriverebbe a 300 mila clandestini che sbarcheranno nella Penisola, cioe’ tre volte quelle arrivate l’anno scorso”.

Nemmeno un’invasione. Una vera e propria sostituzione di popolo. Non sono numeri, è una dichiarazione di guerra. Non solo per le dimensioni, bibliche, ma per l’impossibilità di farli rientrare nei già quasi inesistenti ricollocamenti: perché sono africani e non siriani (in Italia i siriani sono meno dell’1% di chi arriva) e quindi considerati da tutti, anche dall’UE, clandestini. Solo Renzi li considera ‘profughi’, lui, le Coop e la Carita$.

Il loro “mantenimento” costerebbe oltre 500 milioni di euro al mese, in contanti.

“L’Unione Europea – prosegue Le Monde – pensava di aver fatto tutto il necessario per risolvere la crisi migratoria grazie al controverso accordo stretto con la Turchia. Si sarebbe tentati – aggiuge sul quotidiano francese il corrispondente da Roma Philippe Ridet – di spiegare la ripresa del traffico di migranti attraverso il Canale di Sicilia a partire dalle coste libiche, tunisine e in misura minore egiziane, con il principio dei vasi comunicanti”.

Vox

Ma non è così. Si tratta di due ‘flussi differenti’.

“I profughi che arrivano in Grecia sono in stragrande maggioranza siriani, iracheni ed afgani che fuggono dalle zone di guerra, i migranti che arrivano in Italia sono invece africani che cercano di sottrarsi alla miseria: il 15 per cento dei nuovi arrivi vengono dalla Nigeria, il 12 per cento dal Gambia; l’8 per cento dal Senegal, dalla Costa d’Avorio, dal Mali e dalla Guinea, il 5 per cento dalla Somalia, il 3 per cento dall’Eritrea e dal Marocco”.

Tutte nazioni che non sono in guerra e tanto meno colpite da catastrofi naturali, quindi nessuno dei loro cittadini ha diritto d’asilo nell’Unione europea.

“L’Italia dunque deve di nuovo affrontare un fenomeno antico che credeva di essere riuscita a controllare, proprio quando invece temeva arrivi massicci sulla rotta dell’Adriatico in provenienza dalla Grecia e dall’Albania, cosa non avvenuta. Ad ogni modo, – conclude Le Monde – di fronte ad una situazione che rischia di diventare una nuova emergenza, il governo di Roma sta facendo pressioni sui partner europei perche’ tengano fede alle promesse fatte al vertice Ue del novembre 2015 a Malta: un accresciuto sostegno finanziario in favore dell’Africa subsahariana. Ma questa strategia servirà? – L’autore dell’articolo Ridet conclude chiedendosi dubbioso:- l’Europa sara’ meglio preparata nel 2016?”

Il fenomeno lo controllavamo con un altro governo e con Gheddafi in Libia. Ora, invece, Renzi li va direttamente a prendere, così moltiplicando il problema. E con l’Austria che ripristina la frontiera del Brennero, ci troveremo in un cul de sac. Pieno di africani.