Turchia espropria chiesa cristiana: era la più grande del Medio Oriente

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Il governo turco ha posto sotto sequestro la chiesa Apostolico-armena di san Ciriaco, patrimonio, a Sur, provincia di Diyarbakir. Si tratta del luogo di culto cristiano più grande nel Vicino Oriente. Il tempio garantiva fino a poche ore fa la professione della propria fede alle comunità cristiane di Armenia, Siria e Iraq presenti in quelle zone contese della Turchia.

La notizia è stata divulgata ieri sera dal giornale armeno “Agos” con agenzia a Istanbul e confermata dalle agenzie. La chiesa in questione, che alcune voci danno anche per danneggiata, non è l’unica ad essere stata posta sotto sequestro.
Al momento si parla tecnicamente di avvenuto esproprio, giuridicamente diverso dal “porre i sigilli”, ad un luogo che, teoricamente, dovrebbe essere riaperto al culto dopo la conclusione di un processo.
Il fatto è che non vi è alcun processo in corso né per giustificare l’esproprio né il sequestro di un luogo pubblico, prima che di culto.

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Inoltre, né i sacerdoti né le riconosciute figure di rappresentanza delle comunità cristiane possono momentaneamente entrare e constatare di presenza, ciò farebbe pensare ad una situazione simile a quella del Kosovo.
Nell’est della Turchia, la zona più o meno corrispondente al Kurdistan turco, il governo sta chiudendo qualsiasi luogo di culto che non sia islamico: chiese armene, cristiane, caldee e protestanti o frequentate da minoranze come Assiri e Curdi in generale.

E’ un passo avanti, fino a qualche decennio, la Turchia i cristiani li crocifiggeva direttamente: