Vi abbiamo già parlato di Faysal Cheffou, il ‘terrorista con il cappello’ e attivista contro la ‘islamofobia’:
Faysal Cheffou, il terrorista con il cappello, è un attivista dei diritti degli immigrati. Apparve, nel 2014, in un video nel quale denunciava il trattamento dei migranti islamici nei centri di detenzione. Ricorda qualcuno?
Più di un anno anno fa, su un canale Youtube, pubblicava un video in cui denunciava maltrattamenti sui migranti clandestini musulmani detenuti nel centro 127 bis in Belgio, precisamente, fatalità del destino, a Steenokkerzeel , un villaggio a pochi chilometri a est di Bruxelles, nei pressi di Zaventem. Nel filmato, il giornalista-terrorista spiegava come nel centro i pasti venivano serviti tre volte volte al giorno, l’ultimo dei quali alle 19. Orario che andava contro alle regole del Ramadan, che permette – come spiega anche Cheffou – di mangiare solo dopo le 22. Nel video, l’attivista e reporter indipendente denuncia una vera e propria “violanzione dei diritti umani degli islamici”, obbligati a giorni di digiuno e privi di ogni assistenza. Su Youtube, Cheffou inviato sul campo “nella prigione per rifugiati” fa un appello alle persone che difendono la dignità umana. Illustra come quello che subiscono i profughi sia disumano, mentre gli immigrati musulmani, inquadrati dalla telecamera, cercano di spaccare vetri e finestre per trovare la fuga.
Ora emergono nuovi particolari. Il ministro belga Theo Francken ha diffuso la notizia, il terrorista di Bruxelles si occupava di profughi, visitava i campi profughi. Era uno dei ‘coordinatori’ dei campi profughi:
Knus was het dan toch niet, zeker niet met zo’n extremistische jihadgriezel als ‘medecoördinator’ vh tentenkampje. pic.twitter.com/ov9mRYjjpu
— Theo Francken (@FranckenTheo) 28 marzo 2016
E’ la prova. ISIS manda i ‘profughi’ in Europa. Sono la sua arma di distruzione di massa della nostra civiltà.
E’ urgente mettere fuorilegge tutte le associazioni che si occupano di facilitare l’ingresso di ‘profughi’ in Europa. Associazioni che riforniscono i finti profughi a Idomeni e in altri accampamenti islamici. Associazioni come No Borders, para-terroristi complici di ISIS.
