EMERGENZA ISLAMICA: A BERGAMO CORPI SPECIALI, A BRESCIA PM ARMATO

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Una squadra speciale antiterrorismo attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno: si alza l’allerta in Italia e a Bergamo sono arrivati gli Swat dei carabinieri, reparto speciale dell’Arma specializzato in operazioni di estrema emergenza, come possono essere attentati o sequestri.

Uomini altamente addestrati e armati, facenti parte del G.I.S. (Gruppo intevento speciale): sono le teste di cuoio italiane che, insieme al N.O.C.S. Della Polizia di Stato, formano le forze speciali italiane.
Il ministero dell’Interno li ha inviati nelle grandi città o in quelle considerate più a rischio: ci sono Roma, Milano, Firenze e Venezia, poi Bergamo, Padova e Verona, in una lista in costante aggiornamento.

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A Bergamo rafforzeranno i dispositivi di sicurezza già attivi, vigilando su luoghi particolarmente sensibili: una presenza che si spiega con l’individuazione di diversi soggetti considerati “sospetti” residenti sul territorio orobico, come testimoniano anche le numerose perquisizioni condotte negli ultimi mesi dai carabinieri.

L’ultima in ordine di tempo a Trescore Balneario dove i militari dell’Arma hanno fatto irruzione nell’appartamento di Besart Sahiti, un 20enne albanese che su Facebook pubblicava immagini di sé stesso con in braccio un kalashnikov e denaro contante e che, sempre sul social network, era legato a Resim Kastrati, l’islamista kosovaro espulso nel gennaio del 2015 che si diceva pronto a combattere per l’Isis.
All’interno dell’appartamento, dove vive da solo, non è stato trovato nulla di rilevante ma il suo profilo era e rimane sotto controllo: se, infatti, nella vita reale i suoi comportamenti sembrerebbero del tutto compatibili con quelli di un immigrato della sua età, in rete le sue dimostrazioni di vicinanza a Resim Kastrati non sono state sottovalutate.

E se a Bergamo sono arrivati i corpi speciali, a Brescia il procuratore generale Pierluigi Maria Dell’Osso gira con la scorta e con una Magnum 357: i servizi segreti avrebbero riferito che il suo approfondito lavoro investigativo che ha portato all’estradizione di Alban Elezi dall’Albania, figura che sarebbe cardine per il ruolo di reclutatore di foreign fighters, avrebbe toccato direttamente l’Isis, avviando così la procedura di rinforzo delle misure di sicurezza.