Profughi protestano: “Vogliamo piatti tipici islamici e bus gratis”

Vox
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Prima la rivolta degli immigrati a Quarto, con l’intervento dei carabinieri, dove gli uomini avevano chiesto con rabbia wi-fi gratis, sostanziosa mancetta e nuovo menu. Poi quella di Cornigliano, con l’intervento della polizia, dove i giovani maschi avevano preteso spazi più ampi e confortevoli e di dormire in giacigli singoli, anziché nei letti a castello. Adesso è scoppiata una terza rivolta in un altro centro immigrati di Genova. Lo scrive il giornale locale ligure.

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I clandestini, in prevalenza provenienti da Senegal, Nigeria e Costa d’Avorio, hanno avanzato nuove pretese. I trentadue ospiti del Collegio di San Giovanni Battista hanno manifestato perché vogliono un nuovo menù: il cibo non è di loro gradimento e non ci sarebbe qualche piatto tipico islamico. Poi i biglietti per il bus Amt perché gliene spetterebbero solo due alla settimana. Poi le ricariche telefoniche perché la scheda omaggio da 5 euro al mese a cranio, non sarebbe sufficiente per chattare con amici e parenti rimasti lontani. Il Comune di Genova ha dato anche la possibilità di visitare i musei gratis, ma a loro non basta o non interessa.

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Per ogni immigrato, lo Stato italiano sborsa 35 euro al giorno, che vengono incassati dai vari centri di volontariato. Tuttavia, secondo i dati forniti dalla Regione Liguria, di tali immigrati richiedenti asilo, soltanto tra il 10 e il 25 per cento poi ottiene lo status di rifugiato. Oltre a vitto e alloggio, c’è anche la mancetta di 2 euro e mezzo, che però secondo gli immigrati è poca roba. A Genova vogliono menù gustosi e talvolta in stile islamico, fare i turisti gratis sui bus per tutta la città e non solo nei musei, avere il wi-fi gratis e le schede per lunghe chiacchierate a babbo, stanze singole e ampi spazi. Insomma, se non proprio a 5, almeno una vacanza di qualche mesetto a 3 stelle. Senza che la grande maggioranza risulti poi averne avuto un vero diritto.