Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia, è stato condannato a 40 anni dopo essere stato riconosciuto colpevole di 10 capi d’accusa per crimini contro l’umanità, crimini di guerra e il genocidio di Srebrenica. E’ il verdetto del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi).
IERI: Domani sentenza su Karadzic, l’arcinemico degli islamici
E’ simbolico. Mentre l’Europa brucia per le stragi islamiche, domani, gli organismi e le strutture partorite dall’Europa, a conclusione di un processo durato sei anni, pronunceranno la sentenza a carico di Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia, e arcinemico degli islamici. L’uomo è accusato di genocidio, crimini contro l’umanità e violazione delle leggi e costumi di guerra, ai danni dei musulmani dai giudici del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi).
Nella requisitoria finale, nel settembre 2014, il procuratore Alan Tieger ha chiesto l’ergastolo per Karadzic che, ha sostenuto, “nel suo obiettivo criminale di sterminare i bosniaci non serbi era il comandante supremo e non aveva nessuno sopra di lui; seguiva le operazioni a Srebrenica ed ha approvato ogni passo importante”.
Karadzic non era un’anima pia, ma era sicuramente meno criminale dei nostri governanti. Lui faceva strage di nemici, i governanti europei fanno strage dei propri cittadini. Se nel suo caso si può parlare di crimini (fino ad un certo punto, visto il nemico), nel caso dei Renzi, degli Hollande e della Merkel è giusto parlare di perversione: di masochismo etnico. Perché chi uccide un estraneo è un omicida, chi uccide i propri figli è un malato mentale.
E viene da domandarsi, visto che oggi la Bosnia è il covo del terrorismo islamico in Europa, se Karadzic non avesse ragione. Magari, Srebrenica era la sua Guantanamo. Era una reazione criminale ad un’aggressione criminale. Ma si sa, è molto più facile giudicare gli altri, che se stessi.
E alla luce degli eventi di Bruxelles (festeggiati anche in Bosnia), un mondo con Karadzic vittorioso sarebbe stato, forse, un mondo migliore. Per noi, non per gli islamici ovviamente.