ONDATA MENINGITE, CASI IN TUTTA ITALIA: 1 STUDENTESSA, 1 CASALINGA E 1 MORTO

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MENINGITE/1 – Una studentessa di 18 anni è ricoverata all’ospedale Morgagni Pierantoni di Vecchiazzano da ieri l’altro sera per una meningite meningococcica. La ragazza, di Meldola, frequenta la scuola superiore Itas Saffi di Forlì. Le condizioni della giovane – fa sapere una nota dell’Ausl – “sono discrete”. Sono dunque cominciate e proseguono per lei le analisi e le terapie, mentre è scattata la profilassi obbligatoria per le persone che negli ultimi tempi sono state in contatto con la diciottenne che, per questo, è già stata interrogata in maniera approfondita per capire chi ha frequentato oltre ai familiari, ai compagni di classe o ad altre persone che vede abitualmente. Per tutti loro sarebbe già scattata la profilassi, secondo il regolamento sanitario internazionale, che è un trattamento a base di antibiotici.

“Il meningococco – si legge in una nota diffusa dall’Ausl – è un batterio che generalmente si localizza a livello della gola, senza determinare alcun tipo di disturbo e molto raramente, in individui che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità, è causa di malattie importanti quali la meningite o la setticemia. Casi isolati di meningite rientrano nella assoluta normalità epidemiologica della meningite nel nostro paese. Il meningococco si trasmette attraverso le goccioline di saliva a seguito di contatti interpersonali stretti e prolungati.

Dall’indagine epidemiologica immediatamente attivata sono stati individuati come contatti stretti, i familiari conviventi e gli alunni ed gli insegnanti della classe frequentata. Come misura di massima cautela, per interrompere la circolazione del meningococco ed impedire la comparsa di ulteriori casi di malattia, a questi soggetti sono state fornite le informazioni ed è stata effettuata la prescrizione dell’antibiotico consigliato a scopo profilattico. La profilassi – proseguono gli esperti dell’Azienda sanitaria locale – non è ritenuta utile per chi non ha avuto contatti stretti e prolungati con la persona malata nei dieci giorni precedenti la comparsa dei sintomi”.

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MENINGITE/2 – Pozzuoli, provincia di Napoli, dove una donna è stata ricoverata per un caso di Meningite C. Giuseppina, il nome della paziente, è la segretaria di un noto studio pediatrico della città campana. Considerando il suo ruolo ed i suoi frequenti contatti con i bambini è scattata la psicosi. La donna, di 55 anni, è in condizioni considerate ancora critiche.

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Intanto dopo la diffusione della notizia quindici bambini sono stati sottoposti alla speciale terapia antibiotica e un’altra dozzina sono stati costretti alla cura vaccinale. La paura genera paura, lo studio pediatrico è infatti molto frequentato dagli alunni del vicino Primo circolo didattico flegreo. Così l’Asl Napoli 2 Nord ha diramato un bollettino medico, dove chiarisce definitivamente quale sia il ceppo del virus che ha colpito la donna tre giorni fa.

All’ospedale Cotugno il team medico continua il lavoro per accertare il ceppo virale e, di conseguenza, stabilire la terapia appropriata. A Pozzuoli intanto si è mosso il Servizio epidemiologia e prevenzione dell’azienda sanitaria locale. E’ stato avviato il piano di monitoraggio e profilassi standard per casi di questo genere. Ma la paura è tanta e si diffonde velocemente. Centinaia di genitori hanno lasciato i figli a casa, disertando le aule scolastiche, ora vuote.

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MENINGITE/3 – Messina, è morto questo pomeriggio all’ospedale Papardo il 58enne T.U. colpito da una grave forma di meningite. Hanno chiesto un consulto al reparto di Malattie infettive. Dalle ultime indagini effettuate dall’Azienda Ospedaliera Papardo, è emerso che il paziente deceduto sabato scorso fosse risultato negativo all’esame colturale per la meningite batterica.

L’uomo si era recato inizialmente nel reparto di Endocrinologia per complicazioni diabetiche. Il paziente si trovava ricoverato nell’Unità operativa di Malattie Infettive da mercoledì 9 marzo. Ma le sue condizioni sono peggiorate, fino all’arresto respiratorio. Pertanto, il personale ospedaliero ritenne opportuno il trasferimento in Rianimazione, dove, nonostante le adeguate cure e i tentativi di rianimarlo, esalò l’ultimo respiro alle 14:30 di sabato 12 marzo. L’uomo è stato messo in isolamento e i familiari, il personale medico e tutti i pazienti venuti a contatto con lui sono stati sottoposti a profilassi antibiotica.