Bergoglio: “Godo quando governi fanno entrare migranti”

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“A me piace tanto sentire quando vedo le nazioni, i governanti, che aprono il cuore e le porte” ai migranti. Lo ha detto col suo solito tono più finto di un orologio cinese, Bergoglio, ricordando “quanti fratelli stanno vivendo una reale e drammatica situazione di esilio, lontani dalla loro patria, con negli occhi ancora le macerie delle loro case, la paura e spesso, purtroppo, il dolore per la perdita delle persone care”. Peccato in Italia arrivino solo Africani, giovani e maschi, in fuga da nulla, e in cerca di donne da molestare o di clienti a cui spacciare.

VATICANO

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“Anche noi – ha osservato il Papa in udienza generale commentando i brani biblici sull’esilio degli israeliti, e dimostrando di non conoscerli – viviamo una sorta di esilio quando la sofferenza e la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio: quante volte abbiamo sentito questa parola, ‘Dio si è allontanato da me’, tante volte le persone che soffrono si sentono abbandonate”.

A lui lo ha abbandonato, da tempo, la ragione. Quelli che lui definisce ‘israelini in esilio’, durante l’esilio, per ordine di Yahweh, hanno massacrato popoli – veri e propri genocidi – nel loro cammino da profughi. Non un bel parallelo, Francesco.

E peccato che a questa ‘apertura’ non partecipi il suo regno, lo Stato Vaticano che, ad oggi, dentro le sue alte e invalicabili mura ospita zero profughi.