Affitti d’oro e case fuori portata per le giovani famiglie in gran parte del Regno Unito. E’ l’altra faccia del boom del mercato immobiliare che arricchisce il Pil della Gran Bretagna secondo un’inchiesta/denuncia che occupa oggi piu’ di mezza prima pagina sul Guardian. Più che il ‘Pil’, le tasche di pochi.
Incrociando i dati della media regionale degli stipendi di ventenni e trentenni che lavorano a tempo pieno e quelli del costo sul mercato privato di un appartamento con due stanze da letto, il giornale – in una ricerca capillare condotta su base nazionale con l’associazione Generation Rent – ha scoperto che nei due terzi del Paese le giovani coppie dovrebbero spendere troppo del loro reddito solo per l’affitto di un tetto a misura di famiglia. E che quindi in genere – si legge – non si possono permettere neppure un figlio.
Una situazione che non riguarda soltanto l’esosa Londra, ma anche citta’ come Edimburgo, Birmingham o Bristol e l’intera Inghilterra sud-orientale.
Quello che non dicono è il motivo di tutto questo. La GB, come l’Italia, è un territorio limitato e già densamente popolato nel quale si sono immesse masse di immigrati. Una semplice logica di domanda che supera l’offerta finisce per ottenere due risultati: case più piccole e prezzi più alti, entrambi espellono i giovani dal mercato immobiliare, soprattutto impediscono di creare nuove famiglie autoctone.
L’immigrazione, richiesta a gran voce dai cultori del ‘siamo in declino demografico’, finisce per esasperare e accelerare questo declino.