Flop ricollocamenti: solo 1 su 200

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Nel settembre 2015, i paesi dell’UE si erano impegnati a ricollocare 160mila migranti dalla Grecia o dall’Italia, in segno di solidarietà. Finora solo 870 profughi sono stati trasferiti, di cui nessuno in Svizzera. Simonetta Sommaruga ha affermato che i primi richiedenti l’asilo, su un contingente di 1500, arriveranno a partire da marzo. Illustrazione in grafici.
Mentre i paesi dell’UE sono riuniti a Bruxelles per un nuovo summit straordinario sulla crisi migratoria, il piano di ricollocamento deciso lo scorso ottobre sembra ormai essere naufragato.
Sempre più paesi, e non solo ad Est, hanno fatto marcia indietro. Lo spiraglio di solidarietà ha lasciato così spazio ad azioni unilaterali, come la simbolica chiusura delle frontiere, ad accuse reciproche e a minacce di esclusione indirizzate a una Grecia sempre più abbandonata a sé stessa.
A cinque mesi dall’accordo, il bilancio è magro: 336 richiedenti l’asilo sono stati ricollocati dall’Italia; 534 dalla Grecia. E i posti d’accoglienza messi a disposizione sono appena 6mila.
Ma c’è di più: gli impegni presi dai singoli Stati non arrivano nemmeno a coprire 2/3 del contingente di 160’000 migranti stabilito dall’Ue in ottobre. Ne restano ancora 60mila da ripartire, mentre da inizio anno sono già arrivate oltre 133mila persone attraverso il Mediterraneo.

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ricollocamenti

Il grafico seguente mostra le promesse fatte dai diversi paesi europei e i richiedenti l’asilo trasferiti finora. Da notare che il ricollocamento concerne unicamente i profughi che hanno buone possibilità di ricevere uno statuto di protezione, pari o superiore al 75% sulla base dei calcoli di Eurostat. In sostanza siriani, eritrei e iracheni.