Donna leghista protesta contro burqa in aula

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Stefania Pucciarelli è salita sui banchi dell’assemblea della Regione Liguria indossando il burqa: “Ho voluto dare voce a tutte le donne invisibili costrette a indossarlo in Italia e nel mondo”, ha commentato la consigliera regionale della Lega Nord spiegando le ragioni della protesta messa in scena in occasione dell’8 marzo. Ma il presidente del consiglio Francesco Bruzzone si è rifiutato di iniziarte la seduta finché la Pucciarelli non ha abbandonato l’aula dal momento che ha considerato l’abito indossato dalla consigliera “non consono ai lavori dell’assemblea”.

Interessante come gli stessi che non vogliono vietarlo, poi si rifiutino di subirne le conseguenze.

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La Pucciarelli ha scelto un modo tutt’altro che convenzionale per ricordare la festa della donna. E il suo ricordo è andato, in particolar modo, a quelle islamiche che ogni giorno sono costrette a indossare il burqa o il niqab. “È un abito che vediamo anche nel nostro paese – ha spiegato la leghista – lo indosso per dare voce alle donne invisibili, che sono nel nostro territorio e della cui condizione nessuno si preoccupa, in uno Stato come quello italiano che ha tra i suoi diritti fondamentali la parità tra uomo e donna”. L’esponente del Carroccio ha invitato il governo Renzi a impegnarsi per “tutelare al massimo l’integrazione di queste donne troppo spesso segregate in casa perché viene loro impedito di integrarsi a causa dei loro mariti “. “Il burqa dovrebbe essere vietato nei luoghi pubblici perchè sotto ci potrebbe essere chiunque – ha concluso la Pucciarelli – come non è consentito usare un casco così dovrebbe essere vietato anche il burqa”.

Non serve l’integrazione, che è il genocidio sotto altro nome, serve che tornino a casa loro. Lì indossino quello che vogliono.