INPS sbaglia calcoli: ora rivuole 25 mila euro da 80enne

Vox
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Si è visto decurtare la pensione di un quinto da un giorno all’altro, senza possibilità di replica. E il motivo, spiegato in una breve lettera a firma dell’Inps, ha dell’incredibile: l’ente di previdenza ha infatti sbagliato il calcolo della somma dovuta negli ultimi 24 anni e per questo l’uomo, un ottantenne di Treviso a riposo dal 1° settembre 1992, dovrà ora restituire ben 24,836 euro. Il tutto pagando il prezzo dell’errore altrui, mai segnalato in oltre vent’anni, fino al 2039. Quando compirà la bellezza di 103 anni. Protagonista della vicenda è l’ex bidello Giuseppe Sinaldi e a raccontarla è la Tribuna di Treviso.

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“Sono in pensione da 24 anni, un quarto di secolo… si svegliano adesso? Fortunatamente – continua – ho qualche risparmio, altrimenti sarebbero guai”. E guai seri, sembra, perché al pensionato sono stati tolti 87,45 euro su una pensione di appena 438 euro, incassata insieme a una indennità integrativa che aveva avuto la fortuna di stipulare in precedenza. In tutto 850 euro al mese, che diventeranno 630 fino a giugno – l’Inps ha ricaricato su Giuseppe anche servizi e tasse – per poi salire a 770 fino al 2039. Una manciata di euro sopra la soglia di povertà assoluta.

Da chi e da cosa sia partito il ricalcolo della pensione di Giuseppe rimane un mistero, perché all’ottantenne sono stati trattenuti i soldi in automatico, senza spiegazioni. “Non abbiamo potuto fare altro – spiega l’avvocato del signor Sinaldi, Innocenzo D’Angelo – che chiedere l’accesso agli atti perché l’istituto non li ha forniti. Le uniche comunicazioni erano quelle in merito al debito, al prelievo mensile che gli sarebbe stato operato e alle modalità di pagamento”.
Una vicenda surreale che, salvo un improbabile ripensamento dell’ente previdenziale, vedrà la sua fine tra quasi un quarto di secolo, quando Giuseppe sarà ormai ultracentenario.