Paghiamo questo immigrato per trastullare i clandestini

Vox
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Il viaggio della speranza costa 10 mila euro sette mesi di cammino per superare i muri

Affrontano viaggi lunghi anche sei – sette mesi. Con sè hanno diecimila euro. Passano attraverso montagne, foreste, muri; camminano scalzi e spendono la gran parte dei soldi per chiedere un passaggio ai passeur al confine con la Turchia.
È questa la storia dei 300 profughi della Cavarzerani. Racconti di sofferenza, che creano danni alla salute fisica e mentale degli stessi richiedenti asilo che giungono a Udine in condizioni precarie. Ecco perchè di una struttura ambulatoriale c’era necessità vitale.
«Eravamo in emergenza – sottolinea Mujhadi Khan, che di professione fa il mediatore culturale e lavora in appoggio alla commissione di Gorizia –. Un’accoglienza non si può definire degna e completa senza assistenza sanitaria».
«Quando questi ragazzi arrivano dopo il lungo viaggio – racconta – la prima cosa che ci chiedono è un posto dove mangiare e dormire, ma anche cure sanitarie. Noi chiediamo loro: «come stai?». Perchè sono in condizioni precarie, scappano dalla guerra, hanno qualche malattia, stanno male».
Tutti, o quasi, hanno dovuto affrontare i soprusi e le violenze dei reclutatori della Jihad. In viaggio si ammalano, spesso di scabbia. «E se a Gorizia la polizia li accoglie – aggiunge ancora Mujhadi – e li invia subito alla Croce Rossa, qui invece mancava ancora questo collegamento».
Ora l’ambulatorio riuscirà a coprire questa “falla” che si era venuta a creare. «Possiamo subito vedere come stanno e comportarci di conseguenza. Sapere se medicarli in loco oppure mandarli dagli specialisti».
Dei 300 richiedenti asilo presenti alla Cavarzerani, la metà dorme ancora nella tendopoli. «Siamo ancora in una situazione di emergenza – conclude il mediatore culturale – ma devono ancora pazienza. Dopo una prima sistemazione acquisiranno
vari diritti. Oltre al medico di base, avranno la possibilità di accedere anche a una scuola per imparare l’italiano, finchè non avranno il permesso di soggiorno. Ora faticano ancora a capire dove sono. Ma è una questione di tempo e poi si integreranno».

Vox

Questo il demenziale articolo di un giornale locale del Triveneto del gruppo Espresso: http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/03/02/news/il-viaggio-della-speranza-costa-10-mila-euro-sette-mesi-di-cammino-per-superare-i-muri-1.13057836

Secondo questi ‘geni’ del giornalismo è normale che un ‘profugo in fuga dalla guerra’ abbia 10 mila euro da spendere – che in Pakistan sono come 100 mila euro in Italia – e che lasci in guerra mogli, figli e madri.
Ma come tutti sappiamo, in Pakistan non ci sono guerre. E noi paghiamo tal Mujhadi Khan per ‘lavorare’ come ‘mediatore culturale’, che poi sarebbe una sorta di cicerone per fancazzisti clandestini.