“Non vado nemmeno più in chiesa, troppi accattoni”
L’ondata di ‘profughi’ inviata a Cuneo sta dando i suoi frutti. Da un giornale locale:
Intendo, con queste righe, unirmi a quanto da più voci, in più sedi e in diverse occasioni è già stato recentemente denunciato in merito al degrado apportato a una città che vorrebbe definirsi “bella” dal dilagante fenomeno dell’accattonaggio.
Sono troppi, e purtroppo sempre più numerosi, coloro (non solo extracomunitari) che popolano ormai abitualmente i vari pilastri dei nostri portici. La cosa più indisponente, tuttavia, è che la maggior parte di questi personaggi è solita apostrofare i passanti con termini a dir poco pittoreschi, spesso impedendo ai più di godere del più elementare diritto di camminare senza essere fermati o importunati.
All’ingresso delle chiese, la situazione è – volendo – ancora più imbarazzante: al riguardo mi limiterò a citare un’esperienza personale vissuta di recente. Camminando a piedi per la città, sono (ero) solito entrare a volte in una delle nostre belle chiese: un momento di pausa e di riflessione, nella giusta atmosfera, non può che essere benefico per lo spirito!
Tralasciando le numerose volte in cui tale atmosfera di concentrazione viene brutalmente spezzata da qualcuno che si avvicina per chiedere vari tipi di elemosina, non posso non ricordare un giorno in cui, in una delle principali chiese del centro cittadino, uno di tali personaggi mi ha seguito con minacce e insulti per tutto l’interno della chiesa, costringendomi a uscire dalla porta posteriore della navata, solo per non avergli dato retta mentre questuava all’ingresso della chiesa! Risultato?
Da allora evito di entrare nei luoghi sacri o, se lo faccio, non riesco più a trovare la giusta concentrazione…. E’ possibile che da parte delle autorità competenti non si possa fare nulla per arginare tale fenomeno ed evitare che esso contribuisca, insieme ad altri già denunciati in precedenza ad accrescere un già troppo evidente degrado, a tutto svantaggio della vivibilità e del decoro urbano?
Francesco B.
