Sono numero terribili, catastrofici. Il 25 per cento dei cosiddetti profughi arrivati a Gorizia ha manifestato casi di tubercolosi.
È quanto emerge dall’analisi dei dati delle visite mediche a cui si sono sottoposti i richiedenti asilo nell’ambulatorio della Croce Rossa di via Codelli.

Di lì sono passati 440 richiedenti asilo, significa che ci sono oltre un centinaio di nuovi infetti in città. Se pensiamo a tutti quelli che non vengono controllati, e allarghiamo la visuale a tutto il Friuli e poi a tutto il Paese, parliamo di decine di migliaia di immigrati infetti.

«Le patologie più diffuse sono quelle delle vie respiratorie e quelle della pelle – spiega Giuseppe Figari, medico che da un mese presta servizio a Gorizia».
«Dall’inizio dell’emergenza, nel settembre 2014, sono passati per la Cri circa tremila migranti – spiega la referente del comitato locale della Croce Rossa, Ariella Testa –. Le patologie gravi riscontrate sono tutto sommato limitate nel numero, considerato il viaggio probante che i richiedenti asilo si sobbarcano: la nostra opera è mirata non solo alla tutela della salute dei migranti, ma anche di quella della comunità locale, con i monitoraggi che servono anche a evitare possibili casi di contagio».
Se il 25 per cento di casi di Tubercolosi è ‘limitato’, non osiamo pensare cosa sarebbe grave, per la CRI.