Denuncia e causa legale per spartirsi il bottino profughi

Vox
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GROSSETO – Si apre un contenzioso, una causa, tra gli ex dipendenti dell’associazione Partecipazione e Sviluppo di Lucca e l’associazione stessa. È questo l’esito dopo le trattative sindacali e due tentativi di conciliazione richiesti dal legale dei dipendenti, passaggi che non hanno avuto un risultato soddisfacente, tale da consentire la chiusura dei malumori scongiurando le vie legali.
Si sta parlando di accoglienza ai ‘profughi richiedenti asilo’ nella zona nord della Maremma, una questione balzata alla ribalta delle cronache dopo proteste, pagamenti ritardati e mancate conferme in organico.
I dipendenti, alla fine del 2015, dopo mille vicissitudini, avevano contestato le modalità di selezione del personale avviate dalla onlus nella quale avevano prestato servizio, «perché considerate carenti di criteri oggettivi in grado di valorizzare il lavoro prestato da una diecina di persone fin dall’inizio dell’accoglienza».

A fine novembre i vertici di “Partecipazione e Sviluppo” avevano assunto l’impegno di presentare una proposta di ri-assunzione contenente criteri e modalità che favorissero chi, per un anno intero, si era speso, notte e giorno, per aiutare i profughi e tamponare le difficoltà dell’associazione. «Poi, però – spiegano i ragazzi – nulla di tutto questo si è verificato. L’associazione, pare offesa da un articolo di giornale che riportava quanto concordato con i sindacati, non si è più presentata, né ha fatto proposte per chiudere il confronto. Ecco perché ci siamo rivolti allo studio legale Antichi di Grosseto, così da avviare un’ulteriore ricerca di conciliazione attraverso l’Ispettorato del lavoro».

Adesso, dopo due tentativi, la proposta portata avanti dagli avvocati dei lavoratori sarebbe stata stravolta nei contenuti e nella sostanza, non consentendo nessuna mediazione per chiudere la vicenda. Da qui la decisione di fare causa, a costo di attendere a lungo.
A questo punto per i dipendenti e alcuni “volontari” sarà la Giustizia a dare la risposta finale. La richiesta è molto semplice: il riconoscimento di lavoro subordinato per persone che hanno avuto invece un contratto a progetto e che a lungo hanno svolto tutte le mansioni per l’accoglienza dei profughi. Non solo.

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«La onlus lucchese – denunciano gli ex dipendenti – non ha ancora erogato gli stipendi di novembre e dicembre e tantomeno i rimborsi per le percorrenze effettuate finalizzate a garantire i servizi nelle strutture di accoglienza. Insomma, è sempre la solita musica. Alle richieste di pagamento la risposta è che la Prefettura non liquida. Questo ci viene ripetuto a giustificazione dei ritardi nell’erogazione di quanto dovuto».

«Onlus come Partecipazione e Sviluppo di Lucca – conclude Luciano Fedeli, che per l’associazione coordinava le operazioni in Maremma e teneva i rapporti con i volontari e le istituzioni – vogliono svolgere le funzioni di azienda e hanno preso impegni davvero importanti; ecco perché si devono attrezzare e soprattutto offrire garanzie in situazioni di difficoltà. Senza passare la palla ad altri. Anche perché ci risulta che altri soggetti che lavorano nel settore, in prevalenza cooperative, onorano regolarmente i pagamenti».
Per la cronaca una situazione analoga si profilerebbe anche per alcuni fornitori e proprietari di immobili, anche loro indietro con le riscossioni. «Così facendo – conclude Luciano Fedeli – si scaricano gli oneri dell’accoglienza su lavoratori, piccole imprese e privati, provocando problemi a chi mensilmente è già obbligato a provvedere al pagamento di imposte, utenze e tutto quanto è necessario
per vivere».
Una situazione, questa, che non è stata sanata da un accordo tra le parti ma che si avvia a conclusione attraverso un iter legale promosso dagli ex dipendenti della onlus che avevano contestato il modo di operare di Partecipazione e Sviluppo.

Insomma, i profughi sono solo uno dei tanti business.