Il successo di Donald Trump negli Usa – candidato della gente, con idee che vengono dalla gente – non ha insegnato nulla alla ‘destra’ italiana. E usiamo un termine che non amiamo usare, visto che destra e sinistra sono parole prive di senso: in Italia non esiste più la sinistra, ma un aborto globalista; e la destra si fa rappresentare da individui che avrebbero fatto strada nella DC.
Dicevamo di Trump e di come la ‘destra’ italiana non abbia colto i segnali di quello che vuole il popolo, presentando a Milano e Roma due candidati improponibili.
Bertolaso ha esordito così, presentando la sua candidatura capitolina ha risposto sullo sgombero degli zingari: «No, userei più diplomazia, più tatto, più cautela. Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata». Si commenta da solo.
L’altro giorno, invece, si è presentato il candidato milanese, Parisi, in questo modo: «Lo spazio per una moschea c’è, con regole nazionali che diano totale sicurezza. Controllare una moschea è più facile che controllare uno scantinato».
Quando presenti candidati così, che bisogno c’è di votarli? Ci sono già, uguali, quelli del PD.