“Ce ne ricorderemo, e ci ricorderemo del premier in particolare”. Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day annuncia tutto il suo disprezzo per Renzi e il suo governo di papponi.
“Ce ne ricorderemo visto che non noi ma lui ha legato il suo futuro politico al referendum sulle riforme, e quella – sottolinea in una improvvisata conferenza stampa proprio davanti al Senato – è una bella data in cui ci ricorderemo chi ci ha offeso in maniera arrogante e proterva”.
“È chiaro che questo popolo – quello del Family Day – che sta trasformando la sua delusione ed amarezza in vera e propria rabbia – avverte – di sicuro prenderà i provvedimenti necessari per presentare il conto a chi di questo popolo si è totalmente fatto beffa”. E assicura: “Ci saranno di sicuro i circoli per il no”.
Gandolfini alza poi il tiro e, nella protesta contro le unioni civili, si appella al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Oggi la democrazia viene palesemente violata, con questa fiducia su un maxiemendamento che nessuno ha visto”. “Questa è dittatura”, denuncia l’animatore del Family Day che dice apertamente: “Faccio un grande appello al presidente della Repubblica perché legato a tutto quello che stiamo vivendo c’è l’enorme problema di una legge e di un maxiemendamento andato avanti in spregio alle più elementari regole della democrazia: sono stati violati gli articoli 72 e 87 della Costituzione, e del 29 non ne parliamo neanche”. Ci sono infatti profili che diversi costituzionalisti hanno già fatto presente. Da qui l’apello al capo dello Stato perché le unioni civili vengano vagliate “non secondo ideologia ma secondo lealtà, verità e onestà anche questo profilo”.