“Per rispondere al drammatico stallo di questa crisi, serve una gestione comunitaria e solidale delle frontiere esterne dell’Europa accelerando l’istituzione della Guardia Costiera e di Frontiera europea, così come proposto dalla Commissione Europea”. Vuole accelerare l’invasione, la Kyenge
La responsabile del rapporto sull’immigrazione del Parlamento Europeo – è piuttosto esplicativo il fatto che sia una congolese ad occuparsi di stilare un rapporto sull’immigrazione per la Ue – si è detta d’accordo con il Commissario all’immigrazione Avramopoulos: “Servono risultati subito e non si possono mettere tetti all’accoglienza dei richiedenti asilo. Dobbiamo superare il regolamento di Dublino e mettere in atto una vera politica europea di accoglienza. Ogni rifugiato dovrà fare domanda d’asilo all’Unione Europea e non a un singolo Stato”.
“Sarebbe catastrofico e distante dallo spirito dei Trattati isolare un Paese. Dobbiamo agire immediatamente per allentare e rendere sostenibile la pressione esterna del fenomeno migratorio: attraverso l’introduzione di corridoi umanitari, ampliando i canali legali di immigrazione con il sistema delle blue card per lavoratori qualificati che va rivisto ed amplificato, sostenendo i Paesi che accolgono milioni di profughi nelle aree più prossime alle zone di conflitto, come Libano, Giordania e Turchia”.
Qualcuno la avvisi che il suo Paese è il Congo, che la UE non è – ancora – uno Stato e che, lei, comunque, non c’entra nulla.