Comune Alessandria chiede altri profughi, affida gestione a coop

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ALESSANDRIA – Sarà il Ministero a decidere se il nostro capoluogo rientrerà o meno fra i 10 mila posti banditi per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati anche mediante il Sistema di Protezione ordinario, vale a dire lo Sprar, ma Palazzo Rosso può dire di aver fatto il possibile perché ciò avvenga.

E’ stata infatti approvata nei giorni scorsi la scelta del partner che affiancherà l’Amministrazione nella gestione degli eventuali 25 posti di accoglienza in città, che si aggiungerebbero a quelli già ad oggi disponibili. La selezione, effettuata fra 2 candidati, ha premiato il progetto avanzato da Cambalache, San Benedetto al Porto e Coompany&.

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“Lo Sprar non è più un sistema di accoglienza emergenziale ma ordinaria: il Ministero ha aperto un bando per trovare 10 mila posti in tutta Italia. Alessandria per numero di abitanti avrebbe potuto accogliere fino a 50 persone, ma abbiamo scelto di candidarci solamente per 25 così da non sovraccaricare le strutture e organizzare un servizio più di qualità. Il nostro obiettivo, in accordo con i dettami del Ministero, è di costruire percorsi di accoglienza integrati con i servizi del territorio e organizzati per far sì che le persone che giungono qui possano contare su una rete di contatti e risorse capaci di costruire per loro un percorso fatto di integrazione con la città. Per la città è anche l’opportunità di mettersi in gioco e far crescere ulteriormente le competenze che i nostri servizi hanno già in questo settore”.

“Le persone che accoglieremo, se il Ministero ci inserirà fra i vincitori del bando – spiega Mara Alacqua – verranno ospitate in 5 appartamenti: 4 ad Alessandria e uno a Valmadonna. Si tratta di uomini singoli, tranne in un caso, dove è prevista la possibilità di ospitare un nucleo familiare. Lo Sprar si rivolge a persone che, a differenza del percorso di accoglienza emergenziale, hanno già ottenuto un titolo per essere accolti in Italia, per ragioni umanitarie e di asilo politico. Passati 6 mesi possono ottenere una proroga di altri 6 mesi in caso di particolare vulnerabilità e di solito l’iter prosegue fino all’ottenimento da parte loro di un permesso di soggiorno di 5 anni, con il quale possono scegliere se rimanere nella città che li ha ospitati (e nella quale, questa è la speranza, si saranno nel frattempo integrati), oppure se andare altrove, anche all’estero, in un contesto di piena legalità”.

Mauro Cattaneo, assessore ai servizi sociali di Alessandria, commenta: “quella di un bando Sprar è una richiesta che Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, porta avanti da più di un anno”. E il Comune ha chiesto i profughi.