Continuano le bufale sui ‘profughi pakistani’: e noi continuiamo a pagare preti che li ospitano

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BARZIO – Sono gli stessi che per qualche tempo hanno occupato la sede dell’ex tribunale di Lecco (FOTO), successivamente alloggiati per qualche giorno al Bione. Adesso sono arrivati a Barzio, sono tutti profughi pakistani che hanno trovato posto nella casa parrocchiale accanto alla chiesa di Sant’Alessandro (in otto) e presso il COE sempre a Barzio – in questo caso in tre.

Dopo la brevissima permanenza di un piccolo gruppo di nigeriane, permane dunque la presenza di una mini colonia africana al COE di via Milano, con l’aggiunta degli 11 asiatici appena arrivati. Una trentina di migranti che, a differenza di quanto avviene in molte altre località del lecchese.

Una trentina di migranti che, a differenza di quanto avviene in molte altre località del lecchese, hanno avuto l’opportunità di darsi da fare per il paese che li ospita. L’Italia, in senso ampio, Barzio in particolare. Tutte le mattine una “squadra” di questi giovani affianca infatti il personale del Comune nell’opera di sistemazione di vie e piazze del paese. Circostanza favorita certo dalla buona volontà degli “ospiti” ma anche e soprattutto dalla disponibilità dell’amministrazione locale.

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Ultimo tocco “di colore”: i ragazzi pakistani si ritrovano tutti i pomeriggi a giocare a cricket (loro sport nazionale), suscitando la curiosità dei barziesi per una disciplina in effetti inconsueta per il nostro territorio.

Così scrive un giornale locale della Valsassina. Che ci sia qualcuno che dia da bere ai propri lettori che i pakistani possano essere profughi, è qualcosa di osceno. Una menzogna. Una bufala, direbbero i creatori di bufale.

Come è una bufala che ‘lavorino per l’Italia e il Comune’. No, fingono di lavorare a spese degli italiani e al posto di altri italiani.