‘No ai profughi sul territorio di Capizzone. E’ quanto ribadito dal sindaco Alessandro Pellegrini in una lettera aperta rivolta ai cittadini del comune della Valle Imagna: “Dietro all’emergenza profughi c’è un ‘mercato’ che non ha nulla a che vedere con la questione umanitaria – si legge nella lettera -. E qualora ci fossero dei privati disposti a dar loro accoglienza, afferma: “Facciano pure, poi però non vengano a chiedere aiuto se le cose non funzionano: devono assumersi onori e oneri”. Il sindaco non ritiene nemmeno giusto chiamare in causa le parrocchie, “anche se i parroci sono liberi di fare quel che ritengono opportuno”. Dal canto suo il parroco di Capizzone don Antonio Perico preferisce non esprimersi. Meglio.
La popolazione appoggia la posizione del sindaco: “Signor Pellegrini, lei ha tutta la mia stima. Sono un artigiano edile e dopo 30 anni che pago ogni sorta di tassa e verso annualmente nelle casse dello Stato la maggior parte delle mie entrate, mi ritrovo in seria difficoltà e mi rendo conto che un clandestino è più importante di me”.
“Sono trascorse poche settimane ed eccomi nuovamente a dovermi occupare di migranti (clandestini) visto l’incontro avuto con alcune persone espressamente favorevoli a volersi impegnare nell’accoglienza di queste persone e nel trovare loro una sistemazione nel nostro comune. Nel ribadire la mia, e nostra, contrarietà ad una simile proposta non posso che confermare quanto espresso già in precedenza.
Dietro all’emergenza profughi c’è un ‘mercato’ economico che non ha nulla a che vedere con la questione umanitaria (37 euro al giorno, 2,50 euro a profugo, rete internet ecc., ecc.).
Prima di aiutare i migranti, dobbiamo essere in grado di aiutare i nostri cittadini in difficoltà, molti dei quali hanno perso il lavoro e non riescono a far fronte a tutte le necessità famigliari. Non trovo giusto nemmeno chiamare in causa le parrocchie, anche se chiaramente i parroci sono liberi di fare quel che ritengono opportuno.
A Capizzone non abbiamo strutture in grado di ospitare i migranti e non ho intenzione di sottoscrivere il mio impegno a cercare alloggio, insegnare loro la lingua e trovare loro impiego. Ho delle responsabilità verso i cittadini di Capizzone e il mio tempo è tutto per loro.
Se ci sono privati che si accordano per ospitarli, facciano pure, poi però non vengano a chiedere aiuto se le cose non funzionano, devono assumersi onori e oneri (riconfermando quanto disposto dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 in termini di confisca dei beni, legge attualmente vigente).
Le mie battaglie di Sindaco saranno tutte per i cittadini.
Ribadisco con forza il mio disaccordo con questo sistema di accoglienza che non ha una gestione logica e non pensa al futuro. Penso che lo Stato stia imponendo una situazione che diventerà, se non lo è già, insostenibile a livello sociale.
Prima di aiutare i profughi, che spesso sono semplicemente clandestini, preferisco dare una mano ai miei concittadini!”.