‘Tagliarono’ braccio a capotreno: 3 condanne e 3 assoluzioni

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I tre figli di bandante sudamericani che hanno aggredito a colpi di machete due ferrovieri, uno dei quali venne colpito e rischiò di perdere un braccio lo scorso giugno a Milano, sono stati condannati a pene fino a 16 anni di carcere. Lo ha deciso il gup di Milano Alfonsa Ferraro, che ha assolto invece altri tre, uno dei quali era stato arrestato assieme agli altri tre condannati.

La pena più alta è stata disposta Jackson Jahir Lopez Trivinio, detto “Peligro”, condannato dal gup Alfonsa Ferraro a 16 anni (contro i 12 anni e otto mesi chiesti per lui dal pm Lucia Minutella) perché avrebbe picchiato il capotreno Magagnin accorso nel tentativo di difendere il collega Di Napoli.

L’esecutore materiale dell’aggressione, il salvadoregno José Ernesto Rosa Martinez, autore del colpo di machete che aveva quasi amputato il braccio sinistro al capotreno Di Napoli, è stato invece condannato a 14 anni. Pari a 11 anni e quattro mesi la pena disposta per Andres Antonio Lopez Barraza, soprannominato “Pajaro Loco”. I tre erano stati tutti arrestati insieme ad Alexis Ernesto Garcia Rojas, detto “Cigarrito”.

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Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Robert Ranieli, è stato assolto “per non aver commesso il fatto” nonostante la richiesta del pm di condannarlo a 11 anni e quattro mesi. Assoluzione anche per gli altri due affiliati della gang che non erano finiti in carcere ma erano stati indagati a piede libero.

Il gup Ferraro, titolare del procedimento che si è celebrato con rito abbreviato (e che, in quanto tale, prevede lo sconto di un terzo della pena) ha infine disposto un risarcimento, a titolo di provvisionale, di 50mila euro a favore del capotreno Di Napoli e di 20mila per il suo collega Magagnin.

Questa storia del rito abbreviato…