Sempre più testate si pongono il problema di come censurare i commenti agli articoli su immigrazione e islam dei propri lettori. Il giornale dei progressisti globali, il Guardian, decide di limitarli. E non le volgarità, proprio i pensieri non allineati al volere di chi comanda.
I commenti relativi ad articoli su immigrazione e islam o che hanno per protagonisti determinati gruppi razziali o etnici attraggono un livello di commenti che contengono contenuti che i padroni ritengono inaccettabili, è la democrazia, e l’oligarchi al potere non può accettarlo.
Con questa motivazione il Guardian ha deciso pochi giorni fa di limitare la possibilità di commentare gli articoli su questi temi: «La schiacciante maggioranza di questi commenti tende al razzismo, all’abuso nei confronti dei soggetti o verso l’autore del post», scrive Mary Hamilton, executive editor for audience della testata britannica. «Vogliamo essere padroni di casa responsabili», sottolinea Hamilton.
Si, vabbè, diciamo che volete fare la solita marchetta a chi vi paga, è ‘leggermente’ più veritiero.
«È stato deciso che i commenti sui pezzi riguardanti quei tre argomenti saranno chiusi, a meno che i moderatori non siano sicuri di avere la capacità di sostenere la conversazione e a meno che non credano che sia possibile costruire un dibattito positivo», spiega la giornalista. In pratica, ogni volta che i commenti saranno più intelligenti dell’articolo, e il moderatore non riuscirà a confutarli, li chiuderanno. Viva la sincerità.
Una politica che non sarà applicata solo nel Regno Unito, ma anche nelle edizioni statunitensi e australiane della testata.