Italia dà 337 milioni di euro alla Turchia, in cambio di 30 mila profughi

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L’intesa raggiunta oggi dagli ambasciatori dei 28 sui tre miliardi come riscatto alla Turchia, perché smetta di inviare clandestini dal porto di Bodrum (e di farli affogare proprio come arma di ricatto) prevede che un miliardo di euro sia finanziato dal budget europeo, mentre gli altri due miliardi dagli Stati – tutti e tre dai contribuenti comunque – secondo il loro Reddito nazionale lordo.

Lo si legge in una nota del Consiglio Ue. Il contributo dell’Italia sarà di 224,9 milioni di euro, il quarto più alto dopo Germania 427,5 milioni; Gran Bretagna 327,6 milioni e Francia 309,2 milioni. La Spagna è al quinto posto: verserà 152,8 milioni.

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“I tre miliardi a favore della Turchia devono essere messi a disposizione. Tutti dobbiamo rispettare i nostri impegni. Anche il governo italiano, nel frattempo, s’e’ detto disponibile. E’ un fatto positivo che riconosco”, aveva detto stamattina a Strasburgo il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, “Voglio dare torto a chi pensa che l’Europa sia in disfacimento”, ha poi sottolineato Juncker lanciando un appello all’unità, in vista del prossimo Consiglio Ue. Infatti, è unita nel farsi ricattare.

Da un rapido calcolo, si evince che noi paghiamo l’11,245 per cento del riscatto alla Turchia, in linea con la nostra percentuale di marchetta che ogni anno versiamo a Bruxelles.
In totale, l’Italia verserà quindi 337.350.000 euro, 224,9 + l’11% del budget. Quante cose ci potremmo fare. Sono una tassa di circa 20 euro a famiglia italiana. Che se servisse a bloccare i clandestini pagheremmo tutti volentieri, ma invece li invoglierà. Anche perché l’accordo prevede 250mila siriani in Europa dalla Turchia. E anche qui, a noi, ne toccherà l’11,245 per cento: quasi 30 mila.