Civitella: cittadini in rivolta per l’invasione dei profughi

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Tutto il paese alla riunione organizzata l’altra sera a Civitella Cesi, per scongiurare l’arrivo di una ventina di fancazzisti camuffati da profughi che dovrebbero essere ospitati alle porte del centro abitato, in un agriturismo.

Dopo le voci che si sono rincorse nelle ultime settimane i cittadini di Civitella Cesi – 180 anime e ieri in assemblea c’erano più di 100 – sono riusciti ad ottenere un incontro pubblico con il sindaco di Blera Elena Tolomei. Davanti al primo cittadino i residenti della frazione, in maniera unanime o quasi, hanno manifestato la propria contrarietà all’arrivo di un numero così elevato di richiedenti asilo soprattutto in proporzione all’esiguo numero di residenti della località. Durante il dibattito sono emerse varie preoccupazioni come quella delle eventuali malattie oppure della sicurezza di questi posti.

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“Siamo troppo pochi – hanno detto i cittadini durante l’incontro – e il numero di immigrati che circola (trenta) è sproporzionato, bisogna tenere conto che qui di giorno ci sono praticamente solo donne, bambini e anziani. Finora qui è stato un posto tranquillo, dove i bambini potevano giocare tranquillamente in strada. Sarà ancora così?”.

Tanto è vero che i cittadini di Civitella Cesi hanno deciso di scrivere al Prefetto di Viterbo per far notare tutte le problematiche, specialmente per la sicurezza, connesse a un eventuale arrivo dei richiedenti asilo allo porte del paese. L’operazione, secondo le voci che sono circolate nelle scorse settimane, sarebbe seguita da una coop romana. C’è sempre una coop. E coop romana, significa Mafia Capitale.

“L’obiettivo del Consiglio straordinario – spiega il sindaco di Blera, Elena Tolomei – è quello di arrivare alla redazione e all’approvazione di un documento condiviso con tutto il consiglio e i cittadini da inviare al prefetto di Viterbo per esprimere tutte le nostre perplessità in merito ad un’ipotesi che il territorio di Blera, e in particolar modo quello di Civitella Cesi, non avrebbero le capacità logistiche di poter gestire. Ad oggi, tuttavia, le domande presentate dalle cooperative e dalle associazioni devono ancora essere sottoposte al vaglio della commissione di gara. Civitella Cesi – sottolinea la Tolomei – è infatti un piccolo centro abitato di circa 200 persone, lontano da ogni via di comunicazione e collegato al paese principale solamente da una strada di 8 chilometri. Quindi l’accoglienza di 20 profughi potrebbe portare a un numero di richiedenti asilo troppo elevato se rapportato a quello degli abitanti di Civitella Cesi. Si tratta inoltre di una frazione non servita dal Cotral e priva di un presidio medico. Anche per quanto riguarda le comunicazioni, le difficoltà sono notevoli: quasi totalmente assente il segnale di telefonia mobile così come quello di connessione internet. La stessa caserma dei carabinieri è già chiamata a monitorare un territorio molto grande. Infine, la quasi totale assenza di centri di aggregazione in paese, dove è presente solo un bar, renderebbe difficile l’inserimento dei rifugiati che tra l’altro, date le scarse possibilità di comunicazione internet, rimarrebbero isolati con l’esterno. Il mio obiettivo – conclude Elena Tolomei – è tutelare gli interessi della popolazione a fronte di una ipotesi che il territorio non avrebbe la possibilità di gestire. Un obiettivo che puntiamo a raggiungere con il coinvolgimento e la mobilitazione diretta di tutti i cittadini”.